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Dighe: Cina adotta criteri di sicurezza svizzeri

(Keystone-ATS) Per sorvegliare le sue 26’000 grandi dighe la Cina utilizzerà d’ora in avanti la prassi esistente in Svizzera. I due Paesi hanno firmato oggi a Lucerna una dichiarazione d’intenti in proposito.

L’accordo è stato siglato a margine della 79esima riunione annuale della Commissione internazionale delle grandi dighe (CIGB), in corso dal 29 maggio al 3 giugno presso il Centro di cultura e congressi di Lucerna. La manifestazione ospita quasi mille tra i più grandi esperti di dighe a livello mondiale.

Il concetto di sicurezza svizzero si regge su tre pilatri fondamentali: una corretta costruzione, una sorveglianza continua e un piano d’emergenza completo, ha dichiarato Georges Darbre, direttore della sezione dighe presso l’Ufficio federale dell’energia (UFE) e responsabile della sicurezza di 222 grandi dighe sul territorio elvetico.

Secondo Darbre, per la Cina è particolarmente importante la sorveglianza, di cui fa parte anche la capacità di riscontrare per tempo delle anomalie e la regolamentazione delle responsabilità. La Cina conta un totale di 87’000 dighe, 26’000 delle quali più alte di 15 metri.

Anton Schleiss, presidente del Comitato svizzero delle dighe, sottolinea come le dighe siano un importante bene d’esportazione dell’ingegneria elvetica. Dagli anni ’60 all’estero circa 150 progetti sono stati portati avanti con aiuto elvetico.

Il terremoto in Giappone non ha portato a cambiamenti nelle prassi delle dighe svizzere. Il pericolo sismico è infatti sempre esistito ed è stato sempre un tema della sicurezza, ha sottolineato Darbre.

Nel simposio di Lucerna verranno affrontati diversi temi, fra cui il comportamento a lungo termine delle dighe, i mutamenti climatici, i pericoli naturali e l’inserimento delle dighe in un ambiente naturale intatto.

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