Egitto: violenti scontri fra salafiti e copti al Cairo, 12 morti
Violenti scontri con tiri di arma da fuoco sono esplosi ieri sera tra salafiti e copti nel quartiere periferico di Embaba al Cairo. Stando a fonti della polizia, il bilancio è di 12 morti e 232 feriti.
La chiesa di San Mina è stata attaccata da musulmani perché vi sarebbe stata rinchiusa una cristiana che voleva convertirsi all'Islam. In un primo momento si credeva che il motivo degli scontri fosse il matrimonio contestato fra un musulmano e una copta. Un'altra chiesa, nello stesso quartiere, è stata incendiata. Le violenze e i disordini hanno richiesto l'intervento di poliziotti in tenuta anti-sommossa, che hanno fatto uso di lacrimogeni.
Stamani altre cinque persone sono rimaste ferite in una sparatoria nei pressi della chiesa di San Mina. Attualmente tutta la zona è off-limits e presidiata da polizia ed esercito.
Intanto l'esercito egiziano ha annunciato che 190 persone arrestate saranno processate da tribunali militari. L'esercito, che dopo la rivolta popolare garantisce la guida del paese, aveva promesso che avrebbe adottato misure drastiche contro i fomentatori di violenza.
Il primo ministro egiziano Essam Sharaf ha annullato la sua visita, prevista per oggi, nei paesi del Golfo e ha convocato una riunione d'emergenza del consiglio dei ministri, riferisce l'agenzia Mena.
Gli scontri "non hanno nulla a che vedere con la religione", ma sono atti di "brigantaggio", ha commentato una fonte dell'università di al-Azhar, la massima autorità del mondo sunnita, alla cui condanna si è unito anche il Mufti d'Egitto Ali Jomaa.