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Fmi: Svizzera, europeo non necessario per successione Strauss-Kahn

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 maggio 2011 - 14:54
(Keystone-ATS)

In vista della successione del dimissionario Dominique Strauss-Kahn alla testa del Fondo monetario internazionale (Fmi) la Svizzera ha una posizione piuttosto scettica nei confronti di una candidatura europea. Le reticenze elvetiche si spiegano con il fatto che molti paesi del Vecchio Continente dipendono dal Fmi: una persona esterna alla crisi della zona euro potrebbe costituire una soluzione migliore, ritiene René Weber, che siede nel Consiglio esecutivo dell'organizzazione.

"L'argomento secondo cui avere un europeo alla guida del Fmi sia molto importante dato che l'istituzione è strettamente legata alla soluzione della crisi del debito nei paesi europei non mi convince", ha dichiarato Weber, rappresentante elvetico al Consiglio esecutivo, in un'intervista pubblicata oggi da "Der Sonntag". "Al contrario: potrebbe essere meglio con una persona esterna, capace di mettere in evidenza i punti deboli all'interno della zona euro".

Weber è uno dei 24 membri del consiglio d'amministrazione che dovrà scegliere, entro la fine di giugno, il successore di Strauss-Kahn, il quale ha inoltrato le sue dimissioni dopo l'incriminazione per crimini sessuali negli Usa.

Weber non esclude che l'Europa perda le redini del Fmi. "La situazione in ogni caso è più aperta" che in passato. In definitiva la scelta sarà determinata dalle competenze dei candidati. "La Svizzera non sostiene a priori un candidato europeo", ha affermato a "Der Sonntag".

In un'intervista alla "NZZ am Sonntag", Weber ha pure precisato che il nome del presidente della Banca nazionale svizzera (BNS) Philipp Hildebrand è stato evocato. "Il signor Hildebrand in effetti è stato menzionato dietro le quinte come candidato molto valido", ha aggiunto. Venerdì però il presidente della BNS ha smentito di essere candidato.

"Per i paesi europei la situazione è diversa rispetto alle successioni precedenti", ha indicato a "Der Sonntag". Il Vecchio Continente è in "posizione di debolezza poiché vari paesi dell'Unione europea (Ue) beneficiano di crediti". Grecia, Irlanda e Portogallo "hanno ricevuto grossi crediti dal Fmi".

I Paesi emergenti al contrario "hanno chiaramente più autostima" e "hanno dimostrato, a ragione, che la crisi finanziaria ha avuto origine nei paesi occidentali".

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