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Pavatex: lavoratori in sciopero dopo annuncio licenziamenti

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 novembre 2014 - 17:39
(Keystone-ATS)

I lavoratori della Pavatex di Friburgo hanno deciso oggi pomeriggio di scioperare con effetto immediato e a tempo indeterminato dopo che l'azienda ha annunciato, lo scorso 22 ottobre, la chiusura della fabbrica friburghese per concentrare la produzione a Cham (ZG) e a Golbey (Francia), con il conseguente licenziamento di 45 persone (su 250 a livello d'impresa).

"La produzione e la partenza dei prodotti rimarranno bloccati fintanto che un piano sociale equo non sarà negoziato con Unia", si legge in un comunicato sindacale. "Uno sciopero non giova a nessuno, né ai dipendenti, né al padronato. Speriamo che finisca al più presto, ma finché i lavoratori non avranno ottenuto causa vinta non riprenderanno il lavoro", ha dichiarato all'ats Armand Jacquier, segretario generale di Unia Friburgo.

Gli operai, sostenuti da Unia, e in collaborazione con l'altro sindacato Syna, hanno sin d'ora previsto "azioni sugli altri siti di Pavatex SA", come pure presso i distributori della marca, aggiunge la nota sindacale. Una fiaccolata è in programma venerdì alle 17 nelle strade di Friburgo.

La direzione del gruppo - si legge ancora nel comunicato - "rifiuta ostinatamente" di considerare Unia come partner negoziale ed "è rimasta sorda a tutte le richieste di dialogo", nonostante l'intervento di un "facilitatore" della Direzione dell'economia e dell'impiego cantonale.

"Tutt'al più - prosegue il sindacato - la direzione di Pavatex ha accettato di discutere con la commissione aziendale, la quale si è dimessa nel frattempo per le minacce e le pressioni inammissibili di cui è stata oggetto". Secondo Unia, le poche misure di accompagnamento proposte dalla direzione rimangono "del tutto insufficienti considerati gli anni di anzianità e le difficoltà in cui incorrono i collaboratori che hanno perso l'impiego".

Secondo quanto annunciato il 22 ottobre, a Friburgo Pavatex intende mantenere la sola sede operativa, con circa 35 posti di lavoro. La società ha motivato il provvedimento di chiusura della fabbrica con la costante pressione sui prezzi e sui costi. A pesare è stato in particolare l'indebolimento della congiuntura nella costruzione in Germania. L'azienda, che genera il 70% del suo giro d'affari nell'Eurozona, continua inoltre a risentire negativamente della forza del franco.

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