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UBS: fisco Usa a caccia di evasori, intanto si pensa al dopo Grübel

(Keystone-ATS) BERNA – Il fisco americano è nuovamente alla caccia di clienti UBS: nell’ultima settimana le autorità hanno avviato procedimenti nei confronti di una dozzina di presunti evasori, nove dei quali avevano conti nella banca elvetica.
Sempre negli Usa l’ex manager Bradley Birkenfeld muove intanto nuove accuse all’istituto, parlando di conti ultrasegreti per personalità esposte, come uomini politici. E mentre la stampa domenicale pensa già al dopo Oswald Grübel – il CEO dovrebbe essere sostituito nei prossimi 12-18 mesi – la FINMA indaga sul programma di bonus che tanto ha fatto discutere.
Stando alla “SonntagsZeitung” il nuovo sistema retributivo IPP – fortemente criticato nell’assemblea di mercoledì scorso, il 40% degli azionisti si era detto contrario – non era stato sottoposto all’Autorità di vigilanza dei mercati finanziari. Ora la FINMA vuole stabilire se il programma sia compatibile con le sue direttive.
Quello dei bonus sarà uno dei temi che il consiglio di amministrazione (Cda) di UBS dovrà affrontare prossimamente, scrive la “NZZ am Sonntag”: si tratterà di elaborare un nuovo sistema che possa andar bene sia alla FINMA, sia agli azionisti.
Gli amministratori starebbero inoltre pensando a un cambiamento dei vertici, da effettuare a tappe: secondo la “NZZ am Sonntag” dapprima Kaspar Villiger cercherà un successore di Oswald Grübel – partenza prevista: fra un anno o un anno e mezzo – per poi rassegnare a sua volta le dimissioni.
UBS sta quindi guardando al futuro, ma ha ancora almeno un piede nel passato: in concomitanza con il termine di inoltro delle dichiarazioni dei redditi dei cittadini, il fisco americano IRS ha annunciato questa settimana una nuova ondata di cause contro evasori che avrebbero frodato 100 milioni di dollari.
Una parte della dozzina di persone coinvolte – molti clienti di UBS – ha già ammesso gli addebiti e l’IRS si aspetta che gli altri facciano altrettanto la settimana prossima davanti al giudice.
Le discussioni sul contenzioso fiscale fra UBS e Usa continuano intanto anche in Svizzera. In una intervista pubblicata dalla “SonntagsZeitung” la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha messo in guardia il parlamento dalla tentazione di respingere l’accordo fra Berna e Washington sulla trasmissione di dati fiscali relativi a 4450 conti di presunti evasori. A suo avviso il fisco americano avvierebbe di nuovo la causa civile contro UBS e anche il procedimento penale potrebbe tornare di attualità.

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