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Votazioni federali: iniziativa PS, chi gioisce e chi piange

(Keystone-ATS) BERNA – Il popolo non vuole aumentare le imposte ai ricchi: il responso è chiaro ma sulle motivazioni non vi è concordanza. Per cantoni, ambienti economici e partiti borghesi i cittadini hanno mostrato il loro attaccamento a federalismo e concorrenza fiscale. Il PS invece attribuisce la sconfitta ai copiosi mezzi finanziari impiegati dagli oppositori nella loro campagna, parla di un’occasione persa e di un tema che non va assolutamente accantonato.
“Il popolo ha una sottile sensibilità per le questioni fiscali”, ha spiegato all’ATS il consigliere agli stati Hannes Germann (UDC/SH), del comitato dei contrari. Questo viene dimostrato anche dai comuni in cui è stato respinto un abbassamento delle imposte. Per quanto riguarda il futuro, il senatore è favorevole ad ottimizzare il sistema fiscale: la concorrenza fra i cantoni va bene, ma occorrono chiare regole del gioco. A livello personale il senatore sostiene l’idea che l’aliquota più alta non debba essere più del doppio di quella più bassa.
Anche per il presidente della Conferenza dei governi cantonali (CdC) Pascal Broulis il “no” non è da interpretare come un assegno in bianco ai cantoni. In linea di principio la concorrenza fiscale è positiva, perché evita imposte troppo gravose, e il popolo si è giustamente schierato in difesa del federalismo e della sovranità fiscale: non sono però desiderabili gli eccessi, come l’imposta regressiva che il canton Obvaldo ha cercato di introdurre. E il presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF) Christian Wanner ha già detto che occorrerà affrontare la questione della ripartizione degli oneri attualmente a carico delle città.
Chiaramente deluso è il PS. Per vincere sono mancati essenzialmente i soldi e viste le circostanze il risultato è di rilievo, ha detto il consigliere nazionale sciaffusano Hans-Jürg Fehr. Il partito ha iniettato nella campagna 250’000 franchi, i contrari 30 volte di più: se questi ultimi avessero avuto i migliori argomenti non avrebbero speso così tanto, ha affermato il deputato.
La proposta di modifica costituzionale ha raccolto oltre il 40% dei consensi, una quota ben superiore a quella dell’elettorato rosso-verde, segno che la questione è sentita. Il tema deve perciò rimanere nell’agenda politica: il sistema fiscale deve essere giusto per tutti, e non essere sviluppato per pochi privilegiati.
Concretamente il PS cristallizza tre punti d’azione: no al dumping fiscale da parte di cantoni che beneficiano della perequazione finanziaria, no all’imposizione forfettaria dei contribuenti facoltosi e sì a un intervento deciso della Conferenza dei direttori cantonali per limitare un’eccessiva concorrenza fra le varie regioni. Per quanto riguarda i forfait per gli stranieri la Sinistra alternativa – per bocca del consigliere nazionale Josef Zisyadis – ha già annunciato il lancio di un’iniziativa federale: una decisione è attesa nel congresso del 5 marzo a Zurigo.
Chiaramente rallegrati per il voto sono i partiti borghesi. Il PPD vede scongiurato un aumento delle imposte per tutti e il PLR guarda già avanti: il presidente Fulvio Pelli vuole eliminare la tassa di bollo e semplificare l’imposta sul valore aggiunto. L’UDC punta su sgravi fiscali anche per le famiglie che non ricorrono agli asili nido e sulla soppressione del valore locativo.
Ma a gioire sono soprattutto i rappresentanti dell’economia. Nelle ultime settimane al centro delle critiche di chi, almeno inizialmente, le rimproverava scarso attivismo, la Federazione delle imprese elvetiche Economiesuisse si mostra “assai soddisfatta”: il popolo ha chiaramente mostrato di aver fiducia nell’attuale modello svizzero di fiscalità e politica finanziaria.
La campagna condotta nelle ultime settimane ha chiaramente avuto effetto, ha affermato il direttore dell’organizzazione, Pascal Gentinetta. A suo avviso non sono però stati i soldi che hanno portato a questo risultato: i votanti si sono lasciati convincere dalla bontà degli argomenti. Per il presidente di Economiesuisse, Gerold Bührer, il PS ha puntano sull’invidia e sull’astio nei confronti dei ricchi. Ma oggi il risultato ha dato torto a questo approccio, tanto più che all’inizio della campagna i sondaggi dell’associazione economica davano il sì al 70%. I mezzi impiegati da Economiessuisse per convincere i votanti rappresentano circa la metà della cifra avanzata dai sostenitori, ha puntualizzato l’ex consigliere nazionale radicale.

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