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“Il popolo svizzero non è più in grado di capire l’economia”

(Keystone-ATS) Il popolo svizzero non è più in grado di capire l’economia, mancano le basi: si spiega così l’approvazione della 13esima rendita AVS, che non è stata invece una reazione all’impegno plurimiliardario della Confederazione volto a salvare Credit Suisse.

Lo sostiene Blaise Goetschin, membro del comitato di Economiesuisse e a lungo direttore della Banca cantonale di Ginevra (BCGE).

“I principali salvataggi bancari alla fine non sono costati nulla alla Svizzera”, sostiene il manager in un’intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). “Né il salvataggio di UBS nel 2008 né l’acquisizione di Credit Suisse l’anno scorso. Per la BCGE ci è voluto molto tempo dopo il 1999, ma abbiamo anche ripristinato il nostro capitale azionario”.

“Le banche elvetiche attirano i fondi dei clienti dalla Svizzera e dall’estero, il che aumenta la disponibilità di denaro nella Confederazione e quindi riduce i costi di finanziamento”, argomenta il 66enne. “Senza l’attività offshore degli istituti anche le ipoteche sarebbero più costose: questo effetto non è ben capito e non viene comunicato molto bene dalle banche”.

“Credo che la comprensione dell’economia sia diminuita”, sostiene il dirigente con trascorsi anche presso Credit Suisse (CS), dapprima a Zurigo e poi New York. “Da un lato, l’economia è diventata più complicata. Se si fa un’indagine sulle obbligazioni AT1 di CS cancellate dal CS, chi può dire esattamente cosa sono questi strumenti? O perché la Banca nazionale svizzera ha introdotto i tassi di interesse negativi? D’altra parte l’insegnamento dell’economia nelle scuole è stato ridotto e i media parlano meno di concetti come i conti nazionali”.

“Inoltre in passato gran parte della popolazione lavorava nell’agricoltura e nelle piccole imprese”, prosegue l’alto ufficiale (maggiore nell’esercito) e padre di tre figli. “Grazie alla loro vita quotidiana, conoscevano la tenuta dei conti: sapevano per esperienza che le entrate dovevano superare le uscite. Oggi molte persone non capiscono più questi concetti di base e hanno difficoltà a leggere il rendiconto della propria cassa pensioni. Si crea così un’élite involontaria di persone che comprendono le interrelazioni, mentre la popolazione non è più in grado di giudicare l’economia in modo indipendente”.

Che cosa fare quindi – chiede il cronista della NZZ – per stabilire un nuovo equilibrio? “Questa è la responsabilità dei politici, delle scuole e delle università”, risponde il dirigente che nel 2000 era diventato numero uno della BCGE con il compito di risanarla. “L’economia non può spiegare queste relazioni alla popolazione, perché invierebbe un messaggio distorto. Le associazioni e le lobby cercano di spiegare le connessioni, ma non sono molto brave”, aggiunge. “Molti conflitti si basano su questioni economiche: se si vuole capire il Medio Oriente, bisogna capire l’industria del petrolio”.

Nell’intervista Goetschin prende posizione anche sul tema delle banche cantonali, dopo che in passato aveva sostenuto che il loro numero si sarebbe ridotto a cinque o sei. “Era un’affermazione un po’ provocatoria, ma il consolidamento rimane un’opzione seria”, chiosa lo specialista. “Questo perché i costi della tecnologia sono molto elevati e la regolamentazione sta diventando sempre più complessa. Credo quindi che alcune banche cantonali dovrebbero fondersi”, conclude.

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