Contadini contro prezzi stracciati prodotti alimentari
Pane a 99 centesimi, bottiglie di vino bianco a 2,19 franchi, carne a prezzi stracciati.
(Keystone-ATS) Una tendenza in voga in alcuni supermercati, che però, denuncia oggi l’Unione svizzera dei contadini (USC) parlando di “pressione irragionevole sui prezzi”, mina la sostenibilità e favorisce gli sprechi alimentari.
I giganti della vendita al dettaglio devono ora assumersi le proprie responsabilità, si legge in una nota. L’organizzazione dubita delle promesse fatte, ossia di finanziare autonomamente le riduzioni dei prezzi e di non trasferirle ai produttori. “La realtà a lungo termine suggerisce il contrario”, afferma l’USC.
Il discount Aldi ha recentemente fatto notizia con i suoi drastici tagli ai prezzi e altri rivenditori stanno seguendo l’esempio. Stando all’USC, c’è però il grande rischio che prossimamente le catene si attendano ritocchi al ribasso dai fornitori.
Per assicurarsi i contratti, questi si vedrebbero costretti ad abbassare i prezzi. C’è quindi da temere che prima o poi, malgrado le rassicurazioni, la pressione venga esercitata anche sulle aziende agricole, avverte l’associazione che tutela gli interessi dei contadini.
Per l’USC, questo trend al ribasso va invertito urgentemente, in quanto danneggia l’intera catena del valore, tutti i settori e la sostenibilità a ogni livello. La Svizzera, evidenzia, è il Paese al mondo in cui la popolazione spende la quota minore del proprio reddito in cibo: secondo gli ultimi dati, un’economia domestica elvetica sborsa per l’alimentazione il 6,2%, bevande analcoliche comprese.
Non c’è dunque motivo, prosegue l’organizzazione, di vendere cibo, e in particolare prodotti indigeni rispettosi degli animali e dell’ambiente, a prezzi ancora più bassi. Il dumping incoraggia inoltre lo spreco: agli occhi dei consumatori, ciò che non costa nulla non vale nulla.