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Dazi Usa: Bolton, Svizzera deve tenere duro e attendere

John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale durante il primo mandato alla Casa Bianca di Donald Trump.
John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale durante il primo mandato alla Casa Bianca di Donald Trump. Keystone-SDA

Nella vertenza in atto con l'amministrazione di Donald Trump sulle tariffe doganali, la Svizzera dovrebbe stringere i denti e aspettare.

(Keystone-ATS) A dirlo, in un’intervista pubblicata in serata dal portale del “Blick”, è John Bolton, ex Consigliere per la sicurezza nazionale durante il primo mandato alla Casa Bianca del tycoon.

“Con dei controdazi, si punisce solo la propria popolazione”, ha spiegato il 76enne. Bolton ha poi sottolineato come i dazi voluti dal presidente americano siano attualmente al vaglio della giustizia: “Molti credono che prima della fine dell’anno si possa emettere una sentenza che li invalidi”, ha dichiarato al sito web del giornale svizzerotedesco, e “a quel punto Trump dovrà ricominciare tutto da capo”.

Nessuno riesce a capire perché Washington abbia imposto una tariffa del 39% sulle esportazioni elvetiche verso gli Stati Uniti. “La burocrazia commerciale americana, che normalmente negozia uno o due accordi all’anno, è completamente sopraffatta. Il dazio svizzero non è stato discusso per nemmeno dieci minuti”, continua Bolton, che era stato licenziato da Trump nel settembre del 2019.

Già a fine maggio, una corte federale ha definito illegali quasi tutti i dazi sanciti da Trump, compreso quello relativo alla Svizzera. Tuttavia, il governo statunitense ha immediatamente presentato ricorso contro la sentenza.

Per giustificare le tariffe, l’amministrazione Trump ha descritto i deficit commerciali con altri Paesi come un rischio per la sicurezza, sostenendo che sussistesse un’emergenza nazionale. Il presidente ha utilizzato una legge del 1977 che non era mai stata applicata prima ai dazi.

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