GR: otto mesi di detenzione per l’ex forestale di S-chanf
L'ex forestale comunale di S-chanf (GR) è stato ritenuto colpevole di appropriazione indebita qualificata, ripetuta truffa, abuso di autorità e ripetuta falsità in documenti dal Tribunale regionale Maloja. Il tribunale ha sentenziato una pena di otto mesi con la condizionale, meno di quelli richiesti dalla procura pubblica
(Keystone-ATS) Il 56enne è stato assolto in due capi d’accusa, ha dichiarato la corte oggi nella lettura della sentenza. Essi riguardano una truffa ai danni di un committente privato per un importo di quasi 130’000 franchi. Si parla poi della trattenuta illegale di 225 tronchi di larice e pino cembro per un valore di circa 60’000 franchi.
L’imputato ha negato queste accuse durante l’udienza lo scorso martedì a St. Moritz. Secondo la corte regionale “i fatti non potevano essere provati in modo sufficiente”, c’erano dei “dubbi insormontabili”. Queste assoluzioni hanno avuto un impatto significativo sull’entità della pena richiesta dalla procura pubblica grigionese. Essa aveva domandato un reclusione di due anni con la condizionale.
Comune di S-chanf truffato
Il tribunale ha invece dichiarato l’imputato colpevole in relazione ai presunti reati contro il suo ex datore di lavoro, il Comune di S-chanf in Alta Engadina, che secondo l’accusa avrebbe subito perdite per oltre 50’000 franchi a causa delle azioni dell’ex forestale.
L’imputato avrebbe fatturato al Comune spese private, tra cui la costruzione di un pollaio, e avrebbe utilizzato legno e manodopera del Comune per lavori di costruzione privati.
Il 56enne ha negato le accuse, affermando che tutto era stato concordato con il Comune e gestito in modo trasparente. Il tribunale è stato di diverso avviso, osservando: “Il danno causato al suo datore di lavoro è solo una parte di quello indicato nell’atto d’accusa”.
L’ex forestale ha confessato l’accusa di falsificazione di documenti, che si riferisce a un’esportazione del 2016, quando avrebbe emesso una fattura proforma per un trasporto di legname verso l’Italia con un valore troppo basso per consentire una riduzione dei dazi doganali.
La condanna ammonta a otto mesi di reclusione sospesi con la condizionale per un periodo di prova di due anni. La sentenza non è ancora definitiva e per l’imputato continua a valere la presunzione d’innocenza. Entro dieci giorni le parti hanno la possibilità di presentare ricorso.