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Pensionamento flessibile non deve penalizzare bassi salari

(Keystone-ATS) BERNA – I salariati con stipendi modesti devono poter andare in pensione anticipata con una decurtazione della rendita minore rispetto a chi guadagna di più: è quanto auspica la Commissione della sicurezza sociale del Consiglio nazionale nel quadro dell’11esima revisione dell’AVS.
A 10 voti contro 4, ma con 12 astensioni, la maggioranza ha approvato una proposta che intende stanziare 1,15 miliardi di franchi per limitare le ripercussioni finanziarie del pensionamento flessibile sui bassi salari. Lo ha indicato oggi in una conferenza stampa il presidente della commissione Jürg Stahl (UDC/ZH).
In quest’ottica la sinistra vuole utilizzare i soldi che verranno liberati dall’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni. La destra preferirebbe invece impiegarli per rimpolpare le finanze dell’assicurazione.
Stando alla proposta approvata in commissione, chi va in pensione un anno prima del previsto e guadagna al massimo 54’720 franchi dovrebbe sopportare una decurtazione della rendita dell’1,5%, contro il 2,3% privilegiato dal Consiglio degli Stati in giugno. Per un pensionamento anticipato di due fino a cinque anni, la diminuzione oscillerebbe tra il 3% e il 7,5%. Per la Camera dei cantoni il calo dovrebbe variare tra il 4,2% e il 9,2%.
Secondo il Consiglio degli Stati, anche i tagli alle rendite per coloro che guadagnano fino a 82’080 franchi l’anno devono essere meno accentuati rispetto alla decurtazione attuale (-6,8% per ogni anno di anticipo). I consiglieri nazionali si erano finora opposti a una “rivoluzione” del sistema: il cambio di rotta della loro commissione avrà quindi vita difficile nella Camera del popolo.

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