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Diario di bordo in due megabyte dall’Antartide

La costa orientale dell'isola Pietro I, nell'Oceano antartico. © Michael Martin / laif

Solo due megabyte? È il limite di dati che quotidianamente possono inviare i nostri due autori per questo blog polare, quindi dobbiamo tagliare corto.

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 aprile 2022

Le regioni polari della Terra sono regolarmente in prima pagina per fenomeni quali temperature da record, ghiacciai che si sciolgono e lastre di ghiaccio alla deriva. È cruciale per scienziati e scienziate ritornare a intervalli regolari nei siti di ricerca per comprendere in che modo il clima sta cambiando e qual è l’impatto su questi fragili ecosistemi. Ma ci sono altre ragioni per cui la scienza si reca in luoghi così remoti. Per esempio, l’inquinamento da plastica.

Questa primavera, Gabriel Erni Cassola e Kevin Leuenberger dell’Università di Basilea sono a bordo della rompighiaccio tedesca “Polarstern” (“Stella polare”) nell’Oceano australe che circonda l’Antartide. Attraverso questo blog in sei puntate ci portano con loro per parlarci del loro lavoro.

Gabriel Erni Cassola
Kevin Leuenberger

I due ricercatori intendono scoprire quale impatto hanno le microplastiche sugli animali e i batteri che vivono in Antartide. Ci racconteranno i retroscena della loro attività polare come quando, ad esempio, provano a catturare pesci con particolari trappole e reti oppure fanno esperimenti con dei biofilm per cercare particelle di plastica. Scopriremo anche come è la vita di tutti i giorni durante una spedizione polare.

Quando abbiamo contattato Gabriel e Kevin, la nostra intenzione era di realizzare un video-blog per SWI swissinfo.ch. Il problema è che, dalla loro nave, la trasmissione di dati via satellite è strettamente limitata a due megabyte al giorno per persona. Questo è solo un esempio delle difficoltà che si incontrano svolgendo ricerche in Antartide, a 14'000 chilometri dalla Svizzera.

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