Schiaffo a Apple in scontro con Epic, cambi modalità App Store
(Keystone-ATS) La giustizia americana infligge uno schiaffo all’App Store di Apple nella sua battaglia con Epic Games, che distribuisce il videogioco sparatutto Fortnite.
La giudice federale Yvonne Gonzalez Rogers ha emesso oggi un’ingiunzione nella quale afferma che a Cupertino non è più consentito di vietare agli sviluppatori la fornitura di link che, se usati, allontano i consumatori dal sistema di acquisto di Apple.
Di fatto, riportano i media americani, il giudice Rogers ha ordinato ad Apple di cambiare le modalità in cui opera l’App Store, pur chiedendo a Epic Games di pagare i danni ad Apple. Cupertino ha avuto ragione su 9 dei 10 punti di scontro, incassando però la sconfitta sugli acquisti sull’App Store.
Apple proibiva finora agli sviluppatori di informare i clienti sui modi per essere pagati direttamente. L’ingiunzione,valida a livello nazionale, permette ai programmatori di includere moduli nei loro prodotti che indirizzano i clienti ad altri meccanismi di acquisto.
Dopo l’annuncio della sentenza, le azioni Apple hanno perso fino al 4% in pochi minuti.
Prelievi fino al 30%
Il produttore degli iPhone è ora tenuto ad eliminare alcune delle sue restrizioni. La giudice non ha tuttavia accolto la richiesta di Epic Games di costringere Apple ad aprire l’iPhone agli app store di terze parti.
Apple preleva fino al 30% del costo delle app o e degli abbonamenti acquistati attraverso l’App store. La vertenza si è fatta seria quando Epic Games, per aggirare il prelievo della tassa da aprte di Apple e Google, ha integrato un’opzione di pagamento alternativa in una versione di Fortnite.
Come reazione, Apple ha rimosso il videogioco dal suo App store. Ed Epic Games ha risposto con diverse azioni legali.
Anche Google sotto pressione
Epic Games sosteneva che Apple ha creato con il suo App store un sistema chiuso per controllare il miliardo di utenti di iPhone e gli sviluppatori. Apple ha argomentato da parte sua che le regole dell’App Store hanno creato un enorme mercato in cui gli utenti si sentono abbastanza sicuri da acquistare applicazioni anche da sviluppatori sconosciuti.
Anche Google, secondo fornitore di sistemi operativi al mondo, preleva una quota elevata sui ricavi degli sviluppatori di app. Le azioni di Google hanno a loro volta perso l’1% circa del valore in seguito alla sentenza.