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AI toglie contributi per cure Spitex a bambini invalidi

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 luglio 2011 - 14:46
(Keystone-ATS)

L'assicurazione invalidità (AI) elimina i contributi per le cure di Spitex a bambini con infermità congenite, basandosi su una sentenza del Tribunale federale (TF) del 2010. I genitori di questi fanciulli sono confusi. Politici e organizzazioni per invalidi reagiscono scioccati.

Lo scorso anno il TF ha deciso che i genitori di bambini con infermità congenite non debbano più ottenere aiuti da parte dell'AI per cure che esulano da quelle propriamente mediche. Solo le prestazioni di personale medico e infermieri professionisti saranno assunte dall'AI. In seguito alla sentenza del TF, l'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) ha inviato una circolare agli uffici cantonali dell'AI.

Il TF ha preso una decisione assai problematica, scrive la consigliera nazionale Lucrezia Meier-Schatz (PPD/SG) nel suo blog: "Una decisione etica molto inquietante". La collega Silvia Schenker (PS/BS) ha da parte sua presentato un'interpellanza con il titolo "Non lasciare da soli i bambini con notevoli necessità di cure e i loro genitori!"

Nel frattempo il Tribunale delle assicurazioni sociali di Lucerna ha disposto che le prestazioni non prettamente mediche siano pagate dalle casse malattia. La decisione del TF è motivo di confusione: i genitori di questi fanciulli non sanno più chi paga cosa, ha sottolineato Daniel Schilliger di Procap, organizzazione di autoaiuto per persone con handicap.

Secondo la Convenzione sui diritti dell'infanzia, un fanciullo dovrebbe vivere con la propria famiglia, ritiene Meier-Schatz, che è anche direttrice di Pro Familia: se questo viene messo in un istituto, in quanto i genitori da soli non riescono a garantire le continue cure e l'aiuto di cui necessitano i figli, il diritto del bambino a una vita in famiglia viene meno.

La prassi dell'AI - si legge nella homepage di Pro Infirmis - punisce i genitori che si assumono da soli il gravoso compito di vegliare costantemente sui propri figli: "Pro Infirmis non capisce questo comportamento tecnocratico e inumano, non è degno di questo Paese e scandaloso nel risultato".

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