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Armi ordinanza: verso migliore comunicazione fra esercito e cantoni

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 novembre 2011 - 10:27
(Keystone-ATS)

Dopo il dramma consumatosi venerdì sera a Saint-Léonard (VS) in cui un 23enne aveva ucciso la compagna 21enne con l'arma di ordinanza, cantoni ed esercito hanno deciso di cercare soluzioni per migliorare lo scambio di informazioni fra loro. Un gruppo di lavoro è stato incaricato di proporre idee in questo senso.

Bisogna trovare il modo di "ottimizzare" la comunicazione tra esercito e polizia, ha dichiarato stamane Karin Keller-Sutter, presidente della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) ai microfoni della radio svizzerotedesca DRS.

In particolare è necessario stabilire a partire da quando i cantoni dovrebbero essere autorizzati a trasmettere all'esercito una segnalazione di pericolo per la sicurezza pubblica. Come in qualsiasi procedimento penale, la presunzione di innocenza deve tuttavia essere rispettata, ha aggiunto Keller-Sutter.

Secondo il segretario generale della CDDGP, Roger Schneeberger, non sarà però possibile istituire immediatamente uno scambio automatico di informazioni. La legge attuale non lo permette e forse sarà necessario modificarla, ha indicato alla DRS.

Il canton Vallese ha da parte sua già provveduto a creare un gruppo di lavoro "per vedere su quali basi legali è possibile ritirare l'arma d'ordinanza nel caso di un'istruzione", ha spiegato giovedì il procuratore generale vallesano Jean-Pierre Gross. "Una direttiva, ha specificato, potrebbe indicare ai poliziotti la procedura da seguire".

Secondo Gross, nel caso di St-Léonard "il sequestro non s'imponeva. Ma se fosse stato ordinato ciò non mi avrebbe scioccato". Il giovane era stato incriminato lo scorso anno per diverse reati contro il patrimonio e per consumo di stupefacenti. Nel 2008 era stato condannato a una pena pecuniaria sospesa condizionalmente per minaccia e danneggiamento.

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