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Ban ki-moon, a Copenaghen accordo possibile

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 novembre 2009 - 10:26
(Keystone-ATS)

PORT OF SPAIN - Un Ban Ki-moon fiducioso e ottimista é ieri intervenuto assieme a altri leader mondiali di primo piano a un incontro sui mutamenti climatici dei paesi del Commonwealth ed ha detto che un accordo preliminare in vista di un trattato legalmente vincolante è "a portata di mano".
Il vertice delle ex colonie britanniche, apertosi a Port of Spain, a Trinidad e Tobago, ha dedicato la sua prima giornata di lavori proprio alle questioni climatiche, fornendo così l'occasione per un ultimo importante forum internazionale prima della Conferenza dell'Onu in programma dal 7 al 18 dicembre a Copenaghen.
A Port of Spain, c'erano anche il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico Gordon Brown, che hanno suggerito di stanziare fino a 20 miliardi di dollari per aiutare in modo concreto i paesi in via di sviluppo nella lotta alle emissioni di gas serra.
Il segretario generale dell'Onu ha detto che a Copenaghen "l'obbiettivo comune deve essere quello di arrivare a gettare le basi per un trattato legalmente vincolante sui mutamenti climatici da adottare al più presto possibile nel corso del 2010".
"Sono fiducioso e ottimista, ogni settimana registriamo promesse e impegni da parte di paesi industrializzati, di paesi emergenti e di paesi in via di sviluppo, penso che un accordo sia a portata di mano", ha detto.
Stati Uniti e Cina hanno già promesso che intendono cominciare ad adottare misure concrete per ridurre le emissioni di gas nocivi e, nonostante i segnali poco incoraggianti giunti ieri da New Delhi, anche l'India sembra pronta a farlo.
Dopo un incontro con il premier Manmohan Singh, Sarkozy ha detto che il paese asiatico renderà noto a giorni che cosa intende fare. E ai colleghi del Commonwealth, il ministro dell'ambiente indiano Jairam Ramesh ha detto che dopo quanto annunciato da Pechino "la sveglia è suonata anche per il nostro paese".
Al vertice del Commonwealth era stato invitato anche il premier danese Lars Lokke Rasmussen in qualità di capo del governo del paese che ospita la conferenza del mese prossimo.
Rasmussen ha detto che sono già 87 i capi di stato e di governo che hanno assicurato la loro presenza, tra i quali il presidente americano Barack Obama, quello francese Nicolas Sarkozy, quello brasiliano Ignacio Lula da Silva, oltre alla cancelliera tedesca Angela Merkel, al premier britannico Gordon Brown e ai primi ministri di Giappone e Australia, Yukio Hatoyama e Kevin Rudd.
"Già questa partecipazione è di per sé incoraggiante", ha detto Rasmussen. Riecheggiando le parole di Ban Ki-moon, ha poi aggiunto che "un accordo di peso raggiunto a livello di leader, servirà da cartina di tornasole per i negoziatori che saranno incaricati di mettere a punto il quadro legale dell'intesa".
Nessuno si aspetta più che la conferenza di Copenaghen possa bastare a finalizzare un trattato sui mutamenti climatici destinato a sostituire il Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012. Le prospettive di un'intesa politica di massima che possa costituire la base su cui costruire un accordo legalmente vincolante a molti osservatori sembra invece più concreta.

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