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Borsa: Europa cade su stop tedesco vendite scoperto

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 maggio 2010 - 20:27
(Keystone-ATS)

FRANCOFORTE - Nuova, ennesima, seduta da dimenticare per le Borse europee che hanno mandato in fumo altri 144 miliardi di euro in capitalizzazione. A disorientare, questa volta, i mercati del Vecchio Continente la stretta decisa unilateralmente dalla Germania sulle vendite allo scoperto sui titoli di Stato europei.
Una misura, quella sullo 'short selling', che rimarrà in vigore finché non verrà raggiunto un accordo a livello europeo, ha spiegato il cancelliere, Angela Merkel. E lo stop tedesco ha incassato anche il placet del presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, che ha invitato "il Comitato europeo dei regolatori a valutare rapidamente se le condizioni che hanno condotto le autorità tedesche a questa conclusione si presentino in altre parti d'Europa".
Nel remake della giornata c'è anche l'euro, precipitato ai minimi da quattro anni, per poi rimbalzare nel pomeriggio portandosi 1,23 dollari in scia alla possibilità che i leader europei possano annunciare iniziative a sostegno della moneta unica.
Tra i listini europei, se Milano è stata la peggiore con il Ftse Mib che ha perso il 3,45% (toccando, nel corso della seduta, anche -4%), Atene ha incassato un inaspettato rialzo (+0,87%), con le autorità greche che hanno provveduto al pagamento di 8,5 miliardi di euro di scadenze legate ai titoli di Stato. Nel frattempo, secondo quanto annunciato dalla Ragioneria Generale ellenica, il debito pubblico greco ha superato i 310 miliardi di euro.
Ma le perdite sono state pesanti anche per Madrid (-2,61%). Sulla Spagna il livello di attenzione resta alto e il premier, José Luis Zapatero, ha detto di prevedere un futuro aumento delle tasse per i redditi più alti. Nessun settore in Europa è rimasto immune dal profondo rosso. Le materie prime sono affondate (sottoindice Dj stoxx -6,09%) a causa del calo dei prezzi delle scorte. Giù anche i bancari (-3,5%) e, in particolare, Bnp Paribas (-6,09%) e, a Milano, Unicredit che ha lasciato sul terreno quasi il 6 per cento.

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