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Borsa svizzera: continua a scendere nel primo pomeriggio

(Keystone-ATS) Come nelle altre principali piazze europee, oggi anche alla Borsa svizzera predomina il pessimismo e il segno negativo. Sui listini pesano i timori sulla ripresa economica, dopo le dichiarazioni del presidente della Fed Ben Bernanke su una crescita negli Usa lenta, come pure i valori di alcuni indici. Sotto pressione sono in particolare i titoli finanziari e quelli legati alla congiuntura. Poco dopo le 14:30 l’indice guida SMI cedeva l’1,03% a 6’265,57 punti, mentre quello allargato SPI scendeva dell’1,05% a 5’766,87 punti.

Ieri il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha affermato che la crescita statunitense è lenta. Dal canto suo, il Fondo Monetario Internazionale vede per il Giappone un Pil in contrazione dello 0,7% nel 2011 a causa delle conseguenze del devastante sisma/tsunami dell’11 marzo scorso.

Oggi sono stati resi noti alcuni indici. Gli Stati Uniti hanno annunciato che i mutui ipotecari la settimana scorsa sono scesi dello 0,4%, in calo per la seconda settimana consecutiva. Frena a sorpresa anche la produzione industriale in Germania: ad aprile segna un calo dello 0,6% su base mensile contro previsioni di un rialzo dello 0,2%. Più giù del previsto anche l’export tedesco ad aprile: l’indice registra una flessione del 5,5%. Gli economisti avevano previsto un calo del 3%.

Anche nel primo pomeriggio, alla Borsa svizzera tutti i 20 titoli principali erano in ribasso. In particolare lo erano quelli legati alla congiuntura: Abb (-1,95%), Adecco (-2,36%) e Holcim (-1,69%). In calo anche i bancari: UBS (-2,04%), CS (-1,25%) e Julius Baer (-1,99%), ma scendono anche Zurich Financial (-1,27%) e Swiss Re (-0,77%).

Per quanto riguarda i pesi massimi, Nestlé cede un debole 0,19%, mentre Novartis segna -0,85% e Roche -1,03%. Tra i titoli legati a prodotti di lusso, Swatch perde lo 0,52%. Oggi la Commissione della concorrenza (COMCO) ha reso noto l’apertura di un’inchiesta contro il Gruppo Swatch per determinare se la decisione dell’impresa – annunciata nel 2009 – di non fornire più alla concorrenza determinati componenti orologieri prodotti dal gruppo violi la legge sui cartelli. Richemont segna dal canto suo un -1,03%.

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