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British Airways: nube e scioperi, in rosso anno orribile

(Keystone-ATS) LONDRA – Ha tagliato migliaia di posti di lavoro e congelato gli stipendi. E’ rimasta paralizzata da diverse ondate di scioperi, Pasqua e periodo pre-natalizio inclusi. E, come se non avesse già rovinato le ferie e rimborsato le spese di viaggio a centinaia di migliaia di passeggeri, ha dovuto fare anche i conti con una nuvola di cenere proveniente da un’allora sconosciuto vulcano islandese.
Per British Airways questo è stato senza dubbio un anno da dimenticare e a dimostrarlo sono le perdite nette registrate, un record di 425 milioni di sterline nei 12 mesi fino a marzo.
Non si può nemmeno dire che il suo amministratore delegato Willie Walsh non ci abbia provato, soprattutto a ridurre i costi: lo scorso luglio, quando già doveva fare i conti con gli oltre 400 milioni persi tra il 2008 e il 2009, era arrivato addirittura a chiedere ad alcuni suoi dipendenti di lavorare gratis per un mese per salvare la compagnia, e lui stesso aveva rinunciato al suo stellare stipendio di 61.000 sterline mensili.
Poi è passato a rivedere i contratti, tagliando stipendi e privilegi un po’ a tutti e mandando su tutte le furie il suo personale di bordo che, trovandosi di colpo con un trattamento simile a quello dei dipendenti di una linea low cost, ha indetto una serie di scioperi, prima a dicembre, poi a marzo e, adesso, per 15 giorni a cavallo di maggio e giugno.
Gli sforzi di Walsh per tagliare i costi certo hanno dato buoni risultati: nell’ultimo anno l’aerolinea è riuscita a risparmiare ben 990 milioni di sterline, 600 milioni dei quali grazie a spese minori per il carburante, ma ciò non è bastato a contrastare una riduzione degli utili di un miliardo di sterline, dovuto a un calo nel numero di passeggeri, soprattutto di quelli che viaggiano in business e prima classe. E poi i danni: solo gli scioperi di maggio sono costati alla linea aerea ben 43 milioni di sterline e a questi si vanno ad aggiungere i circa 100 milioni persi a causa del blocco del traffico aereo per via della nube di cenere vulcanica.
Nonostante tutto, però, Walsh resta ottimista, soprattutto per quanto riguarda la riduzione dei costi, e a questo proposito ha messo in guardia i suoi dipendenti: “Tornare a una fase redditizia richiede cambiamenti permanenti in tutta la società ed è deludente che il sindacato che rappresenta il nostro personale di bordo non lo riconosca. Cambiamenti strutturali sono stati introdotti in molti aspetti della nostra attività e sia i nostri ingegneri che i nostri piloti hanno votato a favore di un cambiamento permanente”.
In un’intervista alla Bbc, Walsh ha assicurato che British Airways farà “tutto il possibile” per arrivare a un accordo con Unite – il sindacato del personale di bordo – e scongiurare la prossima ondata di scioperi, che dovrebbe avere inizio lunedì. L’aerolinea è ancora lontana dalla bancarotta – in banca avrebbe una ‘riserva’ di circa 1,7 miliardi di sterline – ma per volare fuori dal rosso Walsh deve sperare in un po’ più di fortuna per il prossimo anno.

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