Cancun: pacchetto per accordo entro 2 anni
CANCUN - Accordo a Cancun per rimettere in moto la macchina dei negoziati che si era inceppata a Copenaghen e salvare il meccanismo Onu sulla lotta ai cambiamenti climatici. Una sorta di "pacchetto" o meglio di "agenda" che mette in fila gli elementi per arrivare, entro due anni, a quell'accordo globale fallito al summit 2009 nella capitale danese.
Un impegno su questo pacchetto anche per dire: "Kyoto non si cancella" ma lasciando aperto il nodo del Kyoto2. In ballo anche la trasformazione delle conclusioni di Copenaghen in un accordo impegnativo.
Nelle ore precedenti all'approvazione c'è ancora molta incertezza sul testo finale. La conclusione della 16/a Conferenza Onu sul clima (Cop16), al lavoro nella località messicana, dal 29 novembre scorso, dopo 12 giorni di lavoro, giunta al termine del suo cammino, è tracciata. Ministri e negoziatori hanno lavorato tutta la scorsa notte per mettere a punto i testi per l'approvazione finale da parte dei ministri.
"I testi - ha precisato con forza di prima mattina la presidente della Conferenza, la messicana Patricia Espinosa - non sono testi 'messicani' ma il risultato di un processo negoziale collettivo". Il tutto in nome di quella "trasparenza" su cui la presidenza messicana ha fondato il summit per distinguersi nettamente da Copenaghen.
I progetti prevedono una formulazione concreta per stabilire target di riduzione dei gas serra, sistema che si pensa possa essere la leva per stabilire le condizioni per mettere in campo azioni basate sul principio di responsabilità comuni ma differenziate. Vengono inoltre stabiliti i meccanismi per appoggiare gli sforzi dei paesi più vulnerabili, un fondo verde (i 100 miliardi di dollari l'anno dal 2013 al 2020 già previsti dell'accordo di Copenaghen) e la riforestazione, che ha sollevato le popolazioni indigene, Bolivia in testa, per dire no agli aiuti che espropriano le terre. Nel pacchetto anche il tema spinoso delle verifiche degli impegni anti-Co2.