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Cile: i 'mineros' battono cassa, chiesto risarcimento a Stato

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 luglio 2011 - 20:07
(Keystone-ATS)

A quasi un anno dallo spettacolare salvataggio dei 33 minatori cileni che hanno trascorso oltre due mesi intrappolati nel giacimento di San Josè, in Cile si torna a parlare de "los 33". Trentuno di loro hanno fatto causa allo Stato per danni morali e negligenza, chiedendo un risarcimento 'pesante', circa 16,7 milioni di dollari.

Un indennizzo pari a circa 540 mila dollari a testa, sottolineano in queste ore i media locali. 'Los 31' sostengono infatti che il Servizio nazionale di geologia e mineralogia cileno è stato negligente nelle attività di ispezione per la messa in sicurezza della miniera, non sospendendo lo sfruttamento del giacimento.

La causa è stata presentata contro lo Stato ma i querelanti attendono che la Procura si esprima in merito alla possibilità di citare in giudizio anche Alejandro Bohn e Marcelo Kemeny, proprietari della società che gestiva la miniera teatro dell'incredibile vicenda della 'mina de San Josè', in pieno deserto dell'Atacama, non lontano dalla città di Copiapò.

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