Crisi: Spagna in mirino speculazione, esclude intervento
BERNA - Dopo Grecia e Irlanda, costretti a chiedere l'aiuto dell'Ue, il Portogallo viene indicato come il possibile "prossimo sulla lista", ma il vero obiettivo della speculazione sembra essere, dietro a Lisbona, la Spagna, quarto paese della zone euro, ritiene oggi la stampa di Madrid.
Un nuovo campanello d'allarme è suonato stamane, quando lo spread, il differenziale del debito spagnolo rispetto al bund tedesco, ha registrato un picco storico di 250 punti base, il dato più alto da quando esiste l'euro.
Nel pomeriggio è di nuovo sceso sotto i 140 punti. Il ministro dell'economia Elena Salgado ha subito reagito escludendo - come aveva fatto ieri il premier Josè Luis Zapatero - che la Spagna possa avere bisogno a sua volta di un salvataggio internazionale.
Il paese, ha detto, ora è in "migliori condizioni" per resistere ad "attacchi speculativi". Poi ha avvertito che in realtà "l'attacco degli speculatori è diretto contro l'euro, non contro la Spagna".
Diversi analisti ipotizzano che Madrid nei prossimi mesi si trovi costretta a chiedere l'intervento di Ue e Fmi. "Se succedesse sarebbe una grossa botta per la zona euro, ma non credo che si possa davvero arrivare a quel punto, nessuno ha interesse che succeda davvero" dice Jesus Castillo, di Natixìs.
Ma per Christian Tegllund, di Saxo Bank, "la Spagna chiederà aiuto nel 2011, l'anno in cui il governo dovrà rifinanziare buona parte del suo debito. Il Fondo europeo però è troppo piccolo per la Spagna, Madrid dovrà firmare accordi di prestito bilaterali con Germania o Francia". La Spagna rappresenta il 12% dell'economia dell'eurozona, il doppio di Grecia, Irlanda e Portogallo insieme: un boccone che potrebbe rivelarsi troppo grosso per il fondo di soccorso Ue, troppo indigesto per la tenuta dell'euro.