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Ecofin raggiunge accordo su lotta evasione e frode

(Keystone-ATS) BRUXELLES – I ministri delle finanze dei 27 paesi Ue hanno trovato un accordo “all’unanimità” su una bozza di direttiva che mira alla lotta all’evasione e alla frode fiscale. Al centro del testo, lo scambio di informazioni tra paesi europei e il divieto d’ora in poi di usare il segreto bancario come ‘scusa’ per non fornire i dati richiesti. Lo ha annunciato il presidente di turno dell’Ecofin, il ministro belga delle finanze Didier Reynders.
“È un passo in avanti fondamentale nella lotta contro l’evasione e la frode fiscale che permetterà agli stati membri di raccogliere quanto è loro dovuto”, ha commentato il commissario Ue alla fiscalità Algirdas Semeta. “D’ora in poi gli stati membri non potranno più sfruttare il segreto bancario per rifiutarsi di fornire informazioni, e ci saranno anche precisi limiti temporali per rispondere alle richieste di informazioni degli stati membri”, ha sottolineato Semeta, aggiungendo che i paesi Ue “si sono impegnati per arrivare allo scambio automatico di informazioni”.
La nuova direttiva Ue, che sarà però formalmente adottata in una successiva riunione dell’Ecofin e dovrà poi ottenere l’ok del Parlamento europeo, “impedirà a uno stato membro di rifiutarsi di fornire informazioni riguardo un contribuente di un altro stato membro sulla sola base che l’informazione è detenuta da una banca o da un istituto finanziario”, si legge nel testo di Bruxelles.
In particolare, le nuove norme Ue prevedono di estendere la cooperazione tra stati membri per la riscossione delle imposte di ogni tipo, fissare limiti temporali per ricevere le informazioni richieste, permettere ai funzionari di uno stato membro di partecipare a ricerche amministrative in un altro paese, fornire un feed back sullo scambio delle informazioni e che questo avvenga secondo standard tecnici precisi.
L’obiettivo è infatti quello di andare verso uno “scambio automatico” di informazioni: entro il 2015 questo dovrà avvenire per cinque categorie su otto di informazioni relative ai redditi, purché queste siano disponibili e che ci sia reciprocità in merito al quantitativo di dati ricevuti rispetto a quelli inviati. I redditi presi in considerazione sono quelli provenienti da impiego, dividendi, bonus, capital gain, royalty, alcuni prodotti assicurativi sulla vita, pensioni e proprietà immobiliare. L’ambizione dell’Ue, però, ha affermato Reynders, è quella di “avanzare anche nel quadro di un accordo con alcuni paesi terzi”, come per esempio la Svizzera. “La nuova legislazione manda un messaggio forte al mondo, che l’Ue fa sul serio per combattere l’evasione e la frode fiscale”, ha concluso Semeta.
Diverso l’accento di Luc Frieden, ministro delle finanze del Lussemburgo: “con l’accordo diventiamo più efficienti nella lotta contro la frode, manteniamo però nel contempo la protezione della sfera privata e dei dati bancari”, ha rilevato. Frieden non intravvede un passo in direzione dello scambio automatico effettivo di informazioni e quindi verso la fine del segreto bancario. “I dati per lo scambio automatico devono essere disponibili a livello di amministrazione delle finanze”, ha osservato dal canto suo il collega austriaco Josef Pröll, respingendo un collegamento con il segreto bancario.

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