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Francia: ondata anti-Merkel, "è come Bismarck"

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 - 21:47
(Keystone-ATS)

La crisi fa risorgere in Francia il sentimento antitedesco, la sensazione di un ricorso storico nel quale i francesi vengono in qualche modo di nuovo soggiogati dai tedeschi. Otto von Bismarck, i "diktat" e persino Adolf Hitler vengono scomodati dai politici ostili ai cedimenti verso la cancelliera Angela Merkel da parte del presidente Nicolas Sarkozy, al quale quattro francesi su dieci rimproverano di essere troppo arrendevole nei confronti della controparte.

Ieri sera a Tolone Sarkozy non ha perso l'occasione, nel suo discorso sulla crisi dell'eurozona, per mostrarsi alleato con la Merkel, con la quale vorrebbe procedere a braccetto verso la riforma dei trattati europei. In realtà tutti sanno che è in corso un vero braccio di ferro tra Parigi e Berlino sul modo di uscire dalla crisi, e in particolare sul ruolo della Bce, la Banca centrale europea.

Ha dato fuoco alle polveri Arnaud Montebourg, leader della sinistra socialista, per il quale la Merkel vuole "uccidere l'euro" con la sua "politica alla Bismarck". "Sta risorgendo la questione del nazionalismo tedesco", ha rincarato Montebourg, per il quale "è giunto il momento di affrontare lo scontro politico con la Germania e di difendere i nostri valori". Emmanuel Todd, uno dei più prestigiosi intellettuali francesi, ha scritto di "ebbrezza di potere" tedesca e di "rigidità mentale" della Germania. Si è spinto decisamente più in là un altro socialista, Jean-Marie Le Guen, evocando - per il vertice Sarkozy-Merkel - addirittura la Conferenza di Monaco del 1938, la capitolazione di francesi, britannici e italiani di fronte al Führer, che potè invadere la Cecoslovacchia e annettere i Sudeti al Reich. Ha cercato di riportare un pò d'ordine il deputato franco-tedesco Daniel Cohn-Bendit, ma l'onda "germanofoba" sembra crescere sempre più, cavalcata ovviamente dalla leader del Fronte nazionale, Marine Le Pen, che parla di nascita "di un'Europa che comporta la perdita della nostra sovranità".

In Francia il sentimento antitedesco conobbe uno dei suoi picchi negli anni Cinquanta, dopo la guerra, ma poi si era attenuato. Oggi il ministro degli Esteri, Alain Juppé, ha rimproverato ai socialisti di "rischiare di resuscitare in Francia i vecchi demoni della germanofobia: 'nazionalismo tedescò, 'politica alla Bismarck', 'destra prussianà - ha elencato - sono frasi che fanno venire i brividi alla schiena. È una vergogna che per motivi di parte si metta a rischio la nostra conquista più preziosa, la riconciliazione, l'amicizia franco-tedesca".

La direzione del partito socialista getta acqua sul fuoco, dal quartier generale del candidato all'Eliseo, Francois Hollande, che fra due giorni sarà in visita nella sede dell'Spd tedesco, si afferma che "la coppia franco-tedesca è più che mai necessaria per uscire dalla crisi". Un sondaggio, però, rivela che quattro francesi su dieci ritengono che Sarkozy non sia "abbastanza deciso" nei confronti della Merkel sulla crisi dell'euro.

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