G20: Francia strappa compromesso su squilibri globali
L'intesa che pareva sempre più lontana alla fine è arrivata, dopo un negoziato lungo e faticoso. Ma quello stretto dai ministri finanziari del G20 è un accordo al ribasso, con alcuni principi che non legano le mani alle grandi economie. Con la Cina che ha acconsentito a sottoscrivere alcuni indicatori degli squilibri globali, ma non le riserve valutarie e i tassi di cambio. Mentre resta lontana l'ipotesi - cara alla presidenza francese del G20 - di imporre una tassa sulle transazioni finanziarie: cominci l'Europa, ha esortato il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble.
Pochi si aspettavano un accordo al G20 di Parigi dopo che ieri, in un vertice con Brasile, Russia, India e Sud Africa la Cina aveva gelato la proposta francese. A metà giornata, al ministero delle Finanze a Bercy, alcune agenzie scrivevano al contrario che l'accordo era saltato. Poi una piccola svolta, frutto forse delle capacità diplomatiche della padrona di casa Christine Lagarde, ex avvocato. Fonti europee confermavano che si sarebbe fatto di tutto pur di non uscire dal vertice senza un accordo, magari fatto su principi generali per non scontentare nessuno.
Così è stato, e la Lagarde ha potuto annunciare "siamo riusciti a raggiungere un compromesso" dopo discussioni "franche, a volte tese": gli sherpa hanno lavorato l'intera notte passata. Memori della crisi finanziaria a cui hanno contribuito indirettamente il maxi-deficit commerciale Usa e l'iper-svalutazione dello yuan, i Paesi del G20 hanno fissato delle 'spie d'allarme' con cui monitorare questi fattori di squilibrio economico globale.
Ma il diavolo come sempre è nei dettagli e le divergenze fra il blocco dei Paesi avanzati e gli emergenti, capitanati da una Cina sempre più forte, hanno convinto la Francia ad accontentarsi di un processo graduale in due fasi. "Entro aprile - si legge nel comunicato finale del G20 - puntiamo "all'accordo sulle linee guida" che dovrebbero portare al monitoraggio di una serie di parametri: debito pubblico e deficit, risparmi e debiti privati, squilibri della bilancia commerciali e flussi netti d'investimento. Non vi è riferimento alle riserve (lo chiedevano gli Usa ma la Cina si oppone), mentre i tassi di cambio verranno semplicemente "presi in considerazione".
Nel vertice parigino i ministri e banchieri centrali del G20 hanno anche fatto il punto sulla ripresa dell'economia globale: "si sta rinforzando - è la loro conclusione - ma è sempre disomogenea" e presenta "rischi al ribasso". Dopo una discussione sull'eccessiva volatilità delle materie prime, c'è inoltre intesa - ha detto Lagarde - sulla necessità di imporre una maggiore trasparenza agli scambi di materie prime sui mercati.
Quanto all'ambiziosa riforma del sistema monetario internazionale, non si va oltre una "volontà. dei Grandi di tornare a riunirsi per discuterne di nuovo: un simile accordo - spiega il ministro - "non si fa in un'ora o un giorno". Impegno del G20 anche sulla riforma del sistema bancario: "realizzeremo interamente i nuovi standard di Basilea 3", dice il comunicato. La Francia, qui, ha portato a casa il significativo "sì" degli Usa.