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Israele: incendio sul carmelo; forse 50 morti

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 - 18:05
(Keystone-ATS)

TEL AVIV - Sarebbero tutte o quasi tutte guardie carcerarie o soccorritori le vittime del grave incendio che ha investito l'area boschiva del monte Carmelo, nel nord di Israele. Lo precisano fonti di polizia secondo cui il numero totale dei morti potrebbe raggiungere quota 50.
Le perdite di vite umane risultano finora legate all'episodio che ha coinvolto un bus, uscito di strada e rimasto poi intrappolato fra le fiamme. Inizialmente si era detto che sul veicolo viaggiavano detenuti evacuati dalla vicina prigione di Damon (in cui sono reclusi anche palestinesi); successivamente fonti del servizio penitenziario hanno smentito la cosa, precisando che i detenuti erano in salvo e che il pullman coinvolto nell'incidente trasportava invece guardie carcerarie.
Alcuni feriti o intossicati si lamentano anche nel kibbutz di Givat Wolfson, vicino a Beit Oren, in parte evacuato come altri kibbutz e villaggi (in maggioranza drusi) della zona. Le cause dell'incendio restano da accertare, ma non si esclude l'ipotesi del dolo. Secondo le autorità municipali di Haifa, la pista principale d'indagine si concentra al momento su un possibile legame fra il rogo e un focolaio iniziale acceso per dar fuoco a una discarica abusiva o a sterpaglie.
In un intervento radiofonico, il premier Benyamin Netanyahu ha confermato che si tratta dell'incendio più grave della storia d'Israele e ha riconosciuto che "ci sono lezioni da trarre". Netanyahu ha assicurato l'invio sul posto di tutti i mezzi di soccorso disponibili e ha annunciato di aver chiesto aiuto anche al ministero della Difesa.

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