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Lagarde in Brasile, via a tour elettorale Brics

(Keystone-ATS) Dopo l’Europa, schierata in blocco a suo sostegno, e gli Usa, che hanno fatto capire di essere a favore di una sua nomina al vertice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde prova a convincere anche le economie emergenti.

La ministra francese dell’economia, data in pole position per prendere il posto di Dominique Strauss-Kahn al vertice dell’Fmi, è partita la scorsa notte per Brasilia. Prima tappa di un tour promozionale, ampiamente pubblicizzato anche su Twitter, che la porterà nelle prossime settimane in Cina, in India e poi forse, secondo quanto anticipato da fonti del suo entourage, in Russia e Arabia Saudita.

La scelta del Brasile come tappa inaugurale non è certo un caso. Il governo carioca era stato il primo a chiedere esplicitamente che la direzione del Fondo passasse nelle mani di un rappresentante dei Paesi emergenti, per mezzo di una lettera dai toni ben poco diplomatici inviata dal ministro delle finanze Guido Mantega ai suoi omologhi europei. Proprio con Mantega, con cui ha avuto un pranzo di lavoro prima di vedere il presidente del Banco Central di Brasilia Alexandre Tombini, la ministra francese ha aperto la sua visita brasiliana.

“Ho cominciato dal Brasile perché è stato il primo paese a rispondere e ad invitarmi”, ha detto la Lagarde nel ringraziare Mantega, che negli ultimi giorni avrebbe rivisto la sua posizione e sembra aprire alla candidata francese. “I paesi emergenti – ha detto all’arrivo nella capitale brasiliana – manifestano attualmente preoccupazione e frustrazione, perché esigono che i loro interessi e la loro situazione economica siano maggiormente riconosciuti e presi in considerazione nella direzione degli organi internazionali”.

Un tour, quello delle economie emergenti dei “Brics”, teso a rassicurare sulla “vocazione universale” di tutti i candidati, come ha spiegato da Brasilia la Lagarde. Prossima missione diplomatica a a Pechino, di cui l’avvocatessa d’affari francese si è già guadagnata, secondo fonti a lei vicine, quantomeno la dichiarata stima, grazie al ruolo di mediazione assunto in seno al G20 su un tema delicato come quello degli indicatori di squilibrio. Il governo indiano, dal canto suo, ha già ammesso che l’ipotesi di un direttore dell’Fmi proveniente da un paese emergente, per quanto gradita, non pare concretizzabile nel breve termine.

La candidatura messicana di Augustin Carstens non pare in effetti aver raccolto il consenso sperato a causa, secondo numerosi osservatori, del suo profilo troppo classicamente liberista e poco riformatore.

Quasi scontato, infine, il successo di un’eventuale tappa moscovita del roadshow. Le parole pronunciate a margine del vertice G8 di Deauville dal premier Vladimir Putin, che ha definito la candidatura di Christine Lagarde “del tutto accettabile”, sembrano infatti sostanzialmente assicurare il sostegno della Russia all’opzione francese per l’Fmi.

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