Libia: Cpi, procuratore chiede tre mandati cattura
Il procuratore della Corte Penale Internazionale (Cpi), Luis Moreno-Ocampo, ha chiesto alla Corte Onu dell'Aja di emettere tre mandati di cattura, per crimini contro l'umanità nei confronti di tre responsabili libici, la cui identità verrà svelata soltanto nelle prossime settimane, in una prima udienza. In ambienti Onu, si pensa che tra questi ci sarà senz'altro il leader libico Muammar Gheddafi, ma il procuratore non si è sbilanciato, lasciando planare il dubbio.
È stato stesso Moreno-Ocampo ad annunciarlo oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi a New York sotto la presidenza di turno del francese Gerard Araud.
Scambiando alcune battute con i giornalisti dopo la riunione, Moreno-Ocampo ha detto aspettarsi una decisione della corte in tempi brevi,"nelle prossime settimane". Le persone in questione sono i leader "maggiormente responsabili dei delitti più gravi", come l'ordine di sparare contro la folla o la tortura.
Il rappresentante dell'accusa presso la Cpi ritiene che "le prove raccolte sono sufficienti per pensare che attacchi estesi e sistematici contro le popolazioni civili si stanno ancora verificando, con uccisioni e persecuzioni, che sono crimini contro l'umanita". Le accuse di stupro, formulate a numerose riprese in questi ultimi giorni, devono invece essere ancora verificate.
Moreno-Ocampo ha ricordato che la Corte ha tre opzioni: emettere i tre mandati, rifiutare di farlo o chiedere un supplemento di informazione. Il procuratore argentino ha lasciato però planare ampi dubbi sull'identità dei tre, visto che per essere oggetto di un mandato di cattura occorre aver "commesso il delitto. Essere in cima alla catena di comando non basta, la persona deve essere coinvolta nel crimine". E per questo, ha aggiunto Moreno-Ocampo, "occorrono delle prove, una posizione politica non è sufficiente, ci vuole un coinvolgimento vero e proprio nel delitto".
Alle tre persone potrebbero aggiungersene altre in un secondo tempo, ha spiegato infine il procuratore, ma quelle da lui identificate sono al momento le uniche nei cui confronti sono emerse "forti prove che dimostrano come hanno commesso i delitti".