Mo: congelamento colonie, venti di fronda nel Likud
TEL AVIV - Venti di fronda nei confronti del premier Benyamin Netanyahu sono spirati ieri nel corso di una riunione di attivisti del Likud convocata dopo la decisione del governo israeliano di congelare per i prossimi dieci mesi nuovi progetti edili nelle colonie ebraiche in Cisgiordania.
La misura è stata approvata dal Consiglio di difesa del governo nell'intento di rilanciare negoziati con i palestinesi e di rendere più distese le relazioni con l'amministrazione del presidente Barack Obama.
Nel corso della riunione, riferiscono fonti del Likud, gli animi si sono scaldati. Uno degli oratori - Ron Nahman, sindaco della colonia di Ariel - ha evocato il presidente degli Stati Uniti con il suo nome "Hussein", nell'evidente intenzione di attribuirgli una innata simpatia per la causa palestinese.
Il deputato Dany Danon ha sostenuto che il congelamento delle colonie deve necessariamente essere approvato dal Comitato centrale del Likud, una istituzione di oltre tremila membri dove la corrente nazionalista è relativamente forte.
Il leader di quella corrente, Moshe Feiglin, ha affermato che i coloni devono ignorare la risoluzione del governo "e considerarsi come soldati impegnati in una guerra". Alla riunione ha partecipato il leader del movimento dei coloni Dany Dayan secondo cui gli abitanti ebrei della Cisgiordania non intendono accettare il congelamento.