Mo: Ue evoca sanzioni contro Israele per insediamenti
Sanzioni contro Israele. È la minaccia che l'Europa ha evocato se lo Stato ebraico insisterà a compiere azioni che minano la possibilità della soluzione dei 2 stati con i palestinesi. Il monito è contenuto nella bozza d'un documento confidenziale - rivelato da Haaretz che cita fonte europee e israeliane - inviato dall'Ue ai 28 stati membri i cui ministri degli esteri si riuniranno domani a Bruxelles.
Una linea respinta dal capo della diplomazia israeliana Avigdor Lieberman: lo stato ebraico - ha detto incontrando a Gerusalemme il suo omologo tedesco Frank Walter Steinmeier - non accetta che siano "definite colonie le attività di costruzione nei quartieri ebraici di Gerusalemme est". Farlo - ha spiegato - significa "distorcere la realtà" e per questo Israele non intende subire "restrizioni".
La scorsa settimana è stato annunciato l'avvio di un piano che porterà, una volta completato l'iter burocratico, all'edificazione di 200 case a Ramot, un sobborgo a prevalenza araba a Gerusalemme est, oltre la Linea verde del 1967 riconosciuta dalla comunità internazionale. Ma il ministro Lieberman è andato oltre nella sua riposta all'Europa: la decisione di Bruxelles di legare le sue relazioni bilaterali con Israele agli sviluppi tra israeliani e palestinesi - ha sentenziato - "è sbagliata e non aiuta il processo di pace".
Sembra dunque profilarsi un braccio di ferro. E del resto lo stesso capo della diplomazia europea Federica Mogherini, nel suo recente viaggio nella regione, ha ribadito la necessità che al più presto nasca uno stato palestinese nell'ambito della soluzione privilegiata dall'Europa e dagli Usa.
Nella bozza inviata agli stati membri, l'Ue - secondo le fonti citate da Haaretz - sono previsti "bastoni e carote" nei confronti di Israele. Ma principalmente "bastoni". "Il processo di pace - ha detto una delle fonti - è totalmente congelato. E c'è grande frustrazione in Europa, oltre a tolleranza zero per l'attività d'insediamenti. Il documento - ha proseguito - fa parte di una ricognizione interna fatta a Bruxelles in questi giorni su ciò che si può fare per mantenere viva la soluzione a 2 stati". Il principio di fondo della bozza è in ogni modo ben preciso: la Ue dovrebbe reagire con sanzioni, e restrizioni dei rapporti con Israele, ad azioni che rendessero quella soluzione impossibile.
Alfiere della destra nazionalista tradizionalmente vicina al movimento dei coloni, Lieberman ha replicato a muso duro, dicendosi certo che ci sia "il più grande consenso in Israele, da destra a sinistra al centro", sul fatto che le relazioni bilaterali con l'Europa non possono essere condizionate dall'andamento dei negoziati con i palestinesi.
"Io spero - si è augurato - che l'Ue terrà questo nel giusto conto". "Nessuno - ha insistito - accetterà che le costruzioni in sobborghi come Ramot, Gilo o a Talpiyot siano considerate colonie". Poi ha attribuito al suo governo di aver "fatto molto in questi giorni per riportare la calma a Gerusalemme" dopo le tensioni sulla Spianata delle Moschee. Ricordando in particolare come il premier Benyamin Netanyanu abbia ribadito di recente - in un incontro ad Amman con re Abdallah e il segretario di stato Usa John Kerry - l'impegno d'Israele di mantenere "lo status quo" sul luogo santo.
Un "impegno" che tuttavia non sembra spegnere le tensioni: un ebreo ortodosso di 32 anni, a poca distanza dalla Città Vecchia, è stato infatti ferito oggi stesso alla schiena, in modo non grave, con un cacciavite da un aggressore che la polizia afferma essere un palestinese in quello che ritiene sia stato un nuovo "attentato terroristico" fai da te. L'assalitore è poi fuggito mentre scattava tra i vicoli l'ennesima caccia all'uomo per localizzarlo.