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Nuovo video shock Isis, bimbi addestrati ad uccidere

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 novembre 2014 - 21:33
(Keystone-ATS)

Nuovo video shock dell'Isis: un gruppo di bambini kazaki, figli di quelli che vengono definiti "nuovi combattenti", vengono addestrati a usare i kalashnikov e a combattere al grido di 'Allah u Akbar'.

Terribili le immagini. Il filmato mostra una ventina di bambini a bordo di quello che sembra uno scuolabus arriva in un edificio. "Insegniamo loro l'arabo e l'Islam" dice uno degli 'insegnanti', mentre prende la matita di un ragazzino e lo aiuta a scrivere che "non c'è altro potere che quello di Allah". Si tratta, viene affermato, dei figli dei combattenti che sfilano armati fino ai denti nella prima parte del video: secondo il video, sono tutti originari del Kazakhstan, repubblica centro-asiatica dell'ex Urss a maggioranza musulmana.

Sembra tutto irreale: gli scolari sono seduti ai banchi verdi, ordinati, come fosse una vera scuola. Ma poi le immagini assumono tutt'altro carattere: i bimbi sono tutti in uniforme. Uno smonta e poi riassembla un kalashnikov. "Sono la nuova generazione, saranno loro che scuoteranno la Terra", recita una voce fuori campo. Poi prendono tutti le armi, mirano inginocchiati i bersagli. Seguono addestramenti fisici, come fosse una versione araba di Full Metal Jacket, lezioni di arti marziali.

La scena cambia ancora. Ora alcuni dei bimbi hanno il volto coperto. Abdullah no: "Il mio leader è Abu Bakr al Baghdadi", risponde a una domanda. Cosa farai da grande? "Sarò uno di quelli che vi sgozzerà i kafiri (infedeli, ndr)", dice il piccolo, che avrà al massimo 10 anni.

Inizia quindi la litania, la stessa degli altri video targati Isis, dall'Iraq all'Algeria, con tutti i bimbi in gruppo e la bandiera nera che campeggia dietro di loro. "Vi uccideremo infedeli, inshallah (se Dio vuole) vi sgozzeremo". In sottofondo parte la musica: i 'baby soldatì del Califfo sfilano con le armi.

Il video è solo l'ultimo capitolo di una giornata di propaganda mediatica dell'Isis caratterizzata dalla pubblicazione di una nuova 'puntatà della saga di John Cantlie, in cui l'ostaggio trasformato i reporter della causa jihadista accusa Obama di aver deciso di "lasciar morire gli ostaggi" rifiutando di trattare "come invece fanno gli europei".

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