Obama in Cina all'attacco su diritti umani e commercio
Il presidente americano Barack Obama ha rilanciato l'idea di una zona di libero scambio regionale, la TransPacific Partnership (Tpp), incontrando i possibili partner a Pechino, prima tappa di un viaggio di una settimana in Asia.
Nonostante la batosta elettorale subita la scorsa settimana dal suo partito, Obama non è apparso per nulla intimidito e non ha risparmiato le critiche alla Cina, affermando che "deve rispettare i diritti umani e la libertà di stampa" e invitandola ad aprire il mercato e a rendere convertibile la sua moneta, lo yuan.
A Pechino il presidente americano prenderà parte al vertice dell'Apec, l'associazione di 21 paesi dell'Asia-Pacifico, e poi si incontrerà per la terza volta col leader cinese Xi Jinping. Non si tratterà di un incontro facile. Dopo la perdita della maggioranza sia al Congresso che al Senato, Obama è infatti visto dalla Cina come un leader "dimezzato", che non può dare molto allo sviluppo delle relazioni bilaterali.
Tra i due Paesi più potenti del mondo sono infatti più i motivi di discordia che quelli di collaborazione. La questione dello spionaggio cibernetico - una colpa che le due potenze si rinfacciano a vicenda - sarà al centro delle discussioni. Lo stesso vale per l'aggressività di Pechino nel Pacifico, dove a causa delle dispute sui confini marittimi è ai ferri corti con Giappone, Vietnam e Filippine, tre Paesi alleati degli Usa.