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Olimpiadi: morto ex presidente Cio Juan Antonio Samaranch

(Keystone-ATS) BARCELLONA – Juan Antonio Samaranch è morto. L’ex presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) era stato ricoverato domenica in ospedale a Barcellona per problemi cardiaci acuti: è deceduto alle 13.25 di oggi per insufficienza cardio-respiratoria. Aveva 89 anni. “Il Comitato olimpico internazionale è profondamente rattristato per la morte di Juan Antonio Samaranch”, è scritto in un comunicato.
Il suo oscuro passato con la camicia azzurra da falangista se l’é portato addosso per tutta la vita, fino alla tomba. Ma da quel suo torbido passato a fianco dell’ex dittatore spagnolo Francisco Franco è riuscito comunque a uscire, da quell’abile tessitore di trame politiche che è sempre stato. Con la morte di Juan Antonio Samaranch finisce probabilmente un’epoca.
La sua lunga stagione da “Signore degli anelli” è durata 21 anni. Con lui il Cio è è diventata una macchina da soldi mostruosa rappresentando più Paesi addirittura dell’Onu (205 contro i 192 del Palazzo di Vetro). Un pregio da un lato che ha fatto arricchire molti, trascinando il movimento olimpico nel lusso e talvolta nello sfarzo. Fino ad arrivare a eccessi tutt’altro che imprevedibili come lo scandalo di Salt Lake City. Tra il 1998 e il 1999 si scoprì che alcuni membri avevano ricevuto in regalo tangenti e prestazioni sessuali da parte del comitato organizzatore dei Giochi invernali. Il Cio espulse i membri corrotti, Samaranch reagì scusandosi di fronte al mondo, ma anche riformando il sistema di scelta delle città: non più il Cio a decidere, ma una commissione elettiva, composta da otto membri eletti dal congresso.
E anche allora salvò la sua poltrona fino alla scadenza nel 2001, quando gli subentro Jacques Rogge. Ma nelle segrete stanze del potere sportivo la dinastia dei Samaranch è rimasta: suo figlio è diventato membro e tra l’altro si chiama come suo padre, che fino all’ultimo è rimasto nella ‘famiglia’ come presidente onorario.
Il sigillo di Juan Antonio Samaranch sul Cio rimarrà probabilmente incancellabile. Basti dire soltanto che i suoi 21 anni di presidenza sono il periodo più lungo della storia dopo Pierre de Coubertin. E forse non è un caso che il padre dei Giochi dell’era moderna fosse un barone, mentre Samaranch era marchese.

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