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Papa: matrimonio cattolico, no a eccezioni per sbattezzati

(Keystone-ATS) CITTA’ DEL VATICANO – Le regole del matrimonio cattolico sono uguali per tutti, anche per chi si è formalmente staccato dalla Chiesa, i cosiddetti “sbattezzati”: il riconoscimento canonico, “a posteriori”, di nozze celebrate in municipio e con persone di altra fede non sarà più automatico, come invece avveniva finora grazie ad una clausola del Codice di Diritto canonico introdotta nel 1983. E’ quanto sancisce Benedetto XVI nel Motu Proprio “Omnium in Mente”, (“All’attenzione di tutti”), firmato il 26 ottobre scorso e pubblicato oggi dal Vaticano.
La clausola esentava gli “sbattezzati”, o meglio, coloro che con un atto formale si erano separati dalla Chiesa, dal rispetto delle norme canoniche sul matrimonio; e tuttavia, questa categoria di persone godeva di un automatismo nel riconoscimento cattolico del loro matrimonio. “Dall’entrata in vigore del Cic (Codice di diritto canonico) nel 1983 al momento dell’entrata in vigore di questo Motu proprio – ha chiarito in una nota mons. Francesco Coccopalmiero, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi – i cattolici che avessero fatto un atto formale di abbandono della Chiesa cattolica non erano tenuti alla forma canonica di celebrazione per la validità del matrimonio, né vigeva per loro l’impedimento di sposare non battezzati, né li riguardava la proibizione di sposare cristiani non cattolici”.
La clausola inserita “in questi tre canoni rappresentava una eccezione di diritto ecclesiastico, ad un’altra più generale norma di diritto ecclesiastico, secondo la quale tutti i battezzati nella Chiesa cattolica o in essa accolti sono tenuti all’osservanza delle leggi ecclesiastiche. Dall’entrata in vigore del nuovo Motu proprio, quindi, il citato can. 11 del Codice di Diritto Canonico riacquista vigore pieno per quanto riguarda il contenuto dei canoni ora modificati, anche nei casi in cui sia avvenuto un abbandono formale”, ha concluso il presule.

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