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Ratko Mladic: si avvicina estradizione

(Keystone-ATS) Dopo la cattura di Ratko Mladic, il super ricercato che era divenuto un autentico incubo per la Serbia e le sue aspirazioni europee, il presidente Boris Tadic ha sottolineato oggi che tutti gli sforzi sono ora concentrati sull’arresto di Goran Hadzic, l’ultimo criminale di guerra serbo ancora latitante, e di tutti coloro che in qualche modo hanno appoggiato e protetto la fuga di Mladic.

“Sono convinto che dopo la cattura di Mladic risolveremo anche il caso di Goran Hadzic, perseguendo e punendo tutti coloro che hanno aiutato e coperto i criminali di guerra”, ha detto Tadic in varie interviste rilasciate nelle ultime ore. In particolare, ha precisato, verranno perseguiti i componenti delle Forze armate, dei servizi segreti e della polizia che hanno dato appoggio all’ex generale nei 16 anni di latitanza.

Mladic peraltro, ha tenuto a puntualizzare il presidente, non va considerato come una “moneta di scambio” per ottenere l’adesione della Serbia all’Unione europea. “Abbiamo chiuso questo capitolo relativo a Ratko Mladic per noi stessi e non per avere in mano una qualche moneta di scambio”, ha osservato il presidente.

Anche il procuratore serbo per i crimini di guerra, Vladimir Vukcevic, ha promesso la mano dura con tutti quelli che hanno appoggiato Ratko Mladic. “Nascondendo Mladic, costoro hanno arrecato danni considerevoli all’intero paese. Nascondere i latitanti ricercati dal Tribunale penale del’Aja (Tpi) è un grave reato”, ha detto. Vukcevic ha anche detto che, dopo la cattura dell’ex generale serbo-bosniaco, stapperà le due bottiglie di vino rosso cabernet sauvignon regalategli tempo fa da Carla Del Ponte, l’ex procuratore capo del Tpi, con la promessa di berle dopo la cattura di Mladic e Radovan Karadzic, l’ex capo politico dei serbi di Bosnia arrestato a Belgrado nel luglio 2008.

Con il passare delle ore intanto si avvicina inesorabilmente il momento dell’estradizione di Ratko Mladic al Tribunale penale dell’Aja, dove tutto è pronto per accogliere il nuovo detenuto ‘eccellentè. Ieri i giudici del Tribunale speciale di Belgrado hanno dato il via libera per la consegna del detenuto, ma la difesa e i familiari cercano di prendere tempo, giocando la carta delle cattive condizioni di salute dell’ex generale. Lunedì, l’avvocato difensore Milos Saljic, nell’ultimo dei tre giorni utili concessi, presenterà ricorso contro l’estradizione, e se verrà respinto, come si pensa, per Mladic si apriranno le porte della cella di Scheveningen, dove è detenuto da tre anni Karadzic, il cui processo è già in corso.

L’avvocato Saljic ha ribadito che a suo avviso Mladic andrebbe ricoverato in ospedale e sottoposto a visite accurate da parte di una equipe di specialisti indipendenti. “Mladic sa che sarà consegnato al Tribunale dell’Aja, ma lui non riconosce tale Tribunale e vuole solo ristabilirsi un pò prima della sua partenza”, ha affermato il legale.

Analoga la posizione del figlio di Mladic, Darko, il quale ha annunciato che chiederà per il padre un consulto specialistico sotto l’aspetto fisico e mentale, dal momento – ha osservato – che attualmente non è in grado di sostenere un processo. Sia l’avvocato che i familiari – il figlio Darko e la moglie Bosiljka – hanno fatto oggi nuovamente visita a Mladic, che è stato visitato anche dalla signora Slavica Djukic-Dejanovic, medico psichiatra.

Sui giornali trapelano intanto le parole che “il boia di Srebrenica” avrebbe proferito davanti ai giudici del Tribunale speciale di Belgrado dopo il suo arresto: “Io non ho ucciso nessuno! A rispondere devono essere quelli che hanno ucciso”, è stata l’incredibile difesa di Mladic come riferito dal quotidiano Blic. “Siete stati voi a eleggere Milosevic, non io, e allora bisogna vedere chi è il vero criminale”, avrebbe aggiunto l’ex generale.

C’è attesa infine per la manifestazione che i sostenitori di Mladic, ultranazionalisti, estremisti di destra e patrioti, hanno indetto per domani sera a Belgrado. Lo stesso ex generale, in una presa di posizione per certi versi sorprendente, ha invitato tutti i suoi sostenitori alla calma e a non creare incidenti. “Non vuole scontro nè bagni di sangue”, ha detto il suo avvocato.

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