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Residenze secondarie: comuni e turismo contrari all’iniziativa

(Keystone-ATS) Comuni, cantoni, ambienti turistici e regioni di montagna scendono in campo uniti per combattere l’iniziativa popolare dell’ecologista vodese Franz Weber “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie”. Per loro, il testo in votazione l’11 marzo, è superfluo, controproducente ed economicamente nocivo.

Le residenze secondarie sono un fattore economico non trascurabile, ha sostenuto oggi a Berna davanti alla stampa il presidente del Gruppo svizzero per le regioni di montagna Theo Maissen. In Vallese generano 1,5 miliardi di franchi, pari al 12,6% del suo prodotto interno lordo (PIL); nei Grigioni si tratta di quasi un miliardo, ossia il 10% del PIL.

Secondo Maissen, l’iniziativa significherebbe la fine di tali costruzioni nei tre quarti dei comuni grigionesi. È illusorio credere che le persone alla ricerca di un appartamento si rivolgano maggiormente agli alberghi, ha aggiunto. Anzi – ha affermato il consigliere nazionale Dominique de Buman (PPD/FR), presidente della Federazione svizzera del turismo – gli ospiti potrebbero scegliere mete estere. A suo modo di vedere, l’iniziativa va troppo lontano, con regole coercitive e troppo rigorose.

Letti freddi

La problematica sollevata dalle residenze secondarie e dai cosiddetti “letti freddi” (alloggi poco occupati) non è contestata, ha proseguito de Buman. Sono infatti stati presi provvedimenti per farvi fronte, in particolare attraverso la revisione della legge sulla pianificazione del territorio, in vigore da luglio.

Numerosi cantoni – ha osservato il consigliere di Stato bernese Christoph Neuhaus (UDC) – hanno già adottato disposizioni contro questo fenomeno. Berna, per esempio, ha deciso di limitare l’aumento delle abitazioni secondarie non affittate al 40% della superficie di tutti gli alloggi.

Autonomia comunale

Le regolamentazioni decise da comuni e cantoni sono più efficaci delle direttive astratte emesse dai servizi federali, ha ancora sottolineato Christoph Neuhaus. Il sindaco di Saanen (il comune bernese che comprende Gstaad), Aldo Kropf, ha a sua volta difeso disposizioni differenziate che tengano conto delle diverse realtà dei comuni.

Fissando un tasso minimo del 20% di residenze secondarie per comune, l’iniziativa di Franz Weber limiterebbe in maniera inaccettabile l’autonomia comunale, ha ammonito il consigliere agli Stati Hannes Germann (UDC/SH), presidente dell’Associazione dei comuni svizzeri.

Inoltre – ha proseguito – il limite del 20% potrebbe incitare i comuni che non lo hanno ancora raggiunto a costruire altre residenze di vacanza. “Al posto di limitare la frammentazione del territorio, l’iniziativa lo favorirebbe”, in contraddizione con l’obiettivo che si prefigge, ha concluso Germann.

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