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Schengen: Sommaruga, Svizzera non vuol cedere competenze a UE

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 maggio 2011 - 18:35
(Keystone-ATS)

La Svizzera non è diposta a cedere competenze alla Commissione europea per quanto riguarda i controlli ai suoi confini. La consigliera federale Simonetta Sommaruga lo ha chiarito oggi ai ministri dell'interno dell'UE e dello spazio Schengen riuniti per un vertice straordinario a Bruxelles.

Il 4 maggio la commissaria europea agli affari interni Cecilia Malmström aveva proposto di prevedere "la temporanea reintroduzione di controlli limitati dei confini interni" nell'area Schengen per affrontare situazioni critiche sul fronte dell'immigrazione irregolare, ma solo "in circostanze particolarmente eccezionali", quando "una parte delle frontiere esterne è sottoposta a pesanti ed impreviste pressioni migratorie". La Malström aveva puntualizzato che la Commissione europea vuole poter "dire la sua" al riguardo di quella che di fatto sarebbe una temporanea sospensione degli accordi di Schengen.

Una cessione di competenze nell'ambito dei controlli ai confini "è impensabile", ha detto Simonetta Sommaruga ai giornalisti della stampa svizzera nella capitale belga. Secondo le sue dichiarazioni, diversi stati membri dell'UE e la Norvegia, membro di Schengen come la Svizzera, si sono espressi in modo analogo. Assieme alla Norvegia la Svizzera ha chiesto che la posizione degli stati non UE associati a Schengen (oltre ai due paesi menzionati c'è anche l'Islanda) sia considerata nel processo decisionale.

Secondo la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia il sistema di Schengen ha certo dei punti deboli, evidenziati dall'attuale situazione in Nordafrica che ha causato un'ondata di profughi, ma ha anche parecchi vantaggi e non è il caso di parlare di crisi. Per Berna devono prevalere gli interessi comuni, con un rafforzamento della protezione dei confini esterni.

"Per la Svizzera è la soluzione più a buon mercato, non inganniamoci", ha detto la consigliera federale. Al contrario, una chiusura dei confini interni costerebbe parecchio al paese. Certo anche in Svizzera si avverte il bisogno di poter rafforzare i controlli ai confini nazionali, ha aggiunto Simonetta Sommaruga, subito ricordando tuttavia che prima dell'adesione a Schengen veniva controllato giornalmente "il 3% delle persone" in transito.

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