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Siria: rinviata missione Lega Araba, 21 morti a Homs

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 settembre 2011 - 22:06
(Keystone-ATS)

Doveva essere la giornata dedicata all'attesa visita del segretario della Lega Araba a Damasco, ma si è invece trasformata nell'ennesimo giorno di repressione compiuto dalle forze fedeli al regime degli al Assad: secondo attivisti, almeno 21 civili sono stati uccisi a Homs e in altri indomiti bastioni della rivolta, mentre i media ufficiali riferiscono di un'intensa offensiva da parte di bande di terroristi, autori del rapimento di tre persone e del ferimento di 15 tra agenti e civili.

La missione del rappresentante della Lega Araba, Nabil al Arabi, cancellata ieri sera in extremis su richiesta di Damasco, è stata posticipata a sabato prossimo, ovvero all'indomani dell'annunciato 28/mo venerdì consecutivo di protesta.

Dal ministero degli esteri siriano non hanno precisato le ragioni della richiesta di rinvio, ma secondo fonti diplomatiche arabe dal Cairo le autorità di Damasco non avrebbero gradito i colloqui avuti da al Arabi con alcuni dissidenti siriani rifugiatisi nella capitale egiziana. Tra questi, l'anziano avvocato e difensore dei diritti umani Haytham al Maleh ha ammesso oggi ad al Jazira di aver incontrato l'alto rappresentante inter-arabo.

Tramite la stampa era ieri trapelata la proposta che al Arabi avrebbe dovuto sottoporre oggi al presidente Bashar al Assad per tentare di "trovare una soluzione". Il testo, che sarebbe stato ispirato ad un'iniziativa del Qatar (editore di al Jazira e anche per questo ai ferri corti con la Siria), prevede tra l'altro l'annuncio di elezioni presidenziali libere e aperte alla competizione entro il 2014, anno della scadenza dell'attuale mandato di al Assad.

Se sul piano diplomatico la Francia con Juppé accusa Damasco di crimini contro l'umanità e la Russia ribadisce il suo no a ulteriori pressioni su Damasco, sul terreno gli attivisti e i testimoni oculari riferiscono dell'uccisione di 17 persone a Homs, una a Idlib (nord-ovest), due a Sirmin (sud) e un'altra nella regione di Hama (centro).

L'agenzia ufficiale Sana parla invece di 11 agenti feriti e quattro civili (tra cui un bambino) dall'esplosione di un ordigno piazzato sul ciglio della strada nella provincia meridionale di Daraa. A Homs, sempre secondo la Sana, bande di terroristi hanno attaccato con lancia granate l'ospedale militare, hanno preso il controllo di alcuni quartieri e, a Rastan, poco lontano, hanno rapito due alti esponenti locali del Baath, il partito al potere da quasi mezzo secolo. Sempre a Homs, i terroristi avrebbero inoltre rapito un ufficiale dell'esercito.

Gli attivisti dei Comitati di coordinamento locale riferiscono invece dell'assalto da parte di forze di sicurezza e di bande di lealisti (shabbiha) dell'ospedale al Birr, dove gran parte dei feriti sarebbero stati portati via e caricati su mezzi militari verso destinazioni sconosciuti assieme ad alcuni medici, paramedici e familiari dei pazienti.

Nei pressi di Homs - secondo i Comitati - lungo la strada che conduce al villaggio di Farkeya, un'intera famiglia composta da padre, madre e quattro figli, è stata sterminata dal fuoco esploso da soldati a un posto di blocco. E numerosi checkpoint sarebbero stati eretti lungo la statale costiera Banias-Latakia, mentre nel principale porto nord-occidentale la scuola "6 Ottobre" sarebbe ancora stipata di civili fermati in attesa di esser trasferiti alle prigioni dei servizi di sicurezza.

Da Abu Dhabi, il ministro delle finanze siriano, Muhammad Jleilati, oggi ha ammesso che le sanzioni occidentali e l'instabilità interna causeranno una diminuizione del tasso di crescita, dal 5,5% nel 2010 al 3% l'anno prossimo.

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