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Strauss-Kahn: FMI lo scarica; difesa, lei consenziente

(Keystone-ATS) Il rapporto sessuale avuto con la cameriera del Sofitel è stato consensuale: questa è la linea di difesa che dovrebbe adottare il direttore del Fondo monetario Internazionale (FMI) Dominique Strauss-Kahn quando uscirà dal carcere di Rikers Island per tornare in aula venerdì prossimo.

Fonti del collegio di difesa hanno ribadito al New York Post quanto già detto in aula dall’avvocato Benjamin Brafman: “Riteniamo che gli elementi di prova non siano compatibili con l’ipotesi di un rapporto forzato”. “Potrebbe esserci stato un consenso”.

Ben diversa la posizione del legale della donna che ha denunciato Strauss-Kahn per aggressione sessuale. L’avvocato Jeff Shapiro ha dichiarato che la sua cliente è venuta a conoscenza di chi fosse il suo aggressore solo il giorno dopo. Ora “è costretta a nascondersi, non può andare a lavorare; il trauma subito è straordinario”.

La donna, un’africana di 32 anni emigrata sette anni fa dalla Guinea e in regola con il permesso di soggiorno, ha denunciato di essere stata aggredita nella suite 2806 del Sofitel intorno a mezzogiorno di sabato.

Venerdì la giustizia americana sarà chiamata a valutare queste due verità.

Dominique Strauss-Kahn spera se non altro di poter lasciare il carcere, dove è stato posto addirittura sotto sorveglianza anti-suicidio, per precauzione. Nel giro di 72 ore il direttore dell’FMI è passato da una suite di lusso da 3000 dollari notte, ad una cella di 3,5×4 metri del Rikers Island, il penitenziario di New York riservato ai criminali “veri”. Mentre tre giorni prima era ancora saldamente seduto su una delle poltrone finanziarie più potenti al mondo, ora si ritrova di fatto “scaricato” dal Fondo: “l’immunità del direttore generale è limitata, e non è applicabile a questo caso”, ha dichiarato in una nota il portavoce dell’FMI, William Murray.

Settantadue ore prima Strauss-Kahn aveva a disposizione a New York due bagni, una camera da letto e un soggiorno sontuosi. Ora vivrà almeno fino a venerdì avendo a disposizione, nella stessa città, una branda, un bicchiere, una saponetta, un dentifricio. E isolamento completo: “Dato il suo alto profilo, non vorremmo che potesse essere vittima di aggressioni da parte di qualche detenuto”, hanno precisato al Department of Corrections di New York.

A New York si aspettavano che, dopo aver trascorso la notte in una cella di un commissariato ad Harlem, Strauss-Kahn sarebbe stato rilasciato su cauzione. Il giudice di Manhattan Melissa Jackson ha disposto invece non solo il mantenimento della carcerazione, ma addirittura la detenzione a Rikers Island. È il segno della severità con la quale la giustizia Usa sta affrontando il caso. Generalmente i detenuti ‘vip’ o quelli in attesa di giudizio, come nel suo caso, vengono mandati al Metropolitan Correctional Center di Manhattan. È più vicino e soprattutto è meno lugubre. Lì, per esempio, è stato rinchiuso il banchiere Bernard Madoff.

Ma lì ci vanno i detenuti accusati di reati federali. Per Strauss-Kahn, invece, si sono aperte le porte del Rikers Island, la città-prigione che sta tra il Bronx e Queens e che ospita una popolazione carceraria di 15 mila detenuti. È il carcere dei criminali comuni, quello dove finisce chi deve scontare condanne di tipo “ordinario”: omicidio, rapina, stupro, violenza, furto. Strauss-Kahn dovrà restarci almeno 4 notti, in costante osservazione.

Il giudice Jackson, nel respingere la libertà su cauzione ha lasciato intendere che esistono nel caso circostanze aggravanti. Pesano su di lui accuse per reati analoghi; pesa che sia stato fermato nell’atto di partire; pesa che esistano video registrati dal sistema a circuito chiuso dell’albergo in cui Strauss-Kahn è ripreso mentre lascia la suite 2806. “A giudicare dalle immagini – ha detto l’assistente procuratore John McConnell – pare avere molta fretta”.

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