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Tibet: nuova autoimmolazione, 91 dal 2009

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 dicembre 2012 - 07:11
(Keystone-ATS)

Nuova autoimmolazione, la novantunesima dal 2009, nella Cina occidentale, che segna la continuazione della protesta tra i tibetani che contestano il controllo cinese sul Tibet.

Sungdue Kyab (o Songdhi Kyab, come citano altre fonti), 17 anni, si è immolato ieri intorno alle 15:30 dinanzi al monastero di Bora a Labrang (Gannan per i cinesi), nella provincia del Gansu.

Secondo alcune informazioni, il giovane, che si è dato alle fiamme mentre urlava slogan per il ritorno del Dalai Lama e per chiedere la liberazione del Tibet dall'occupazione cinese, era ancora vivo quando sono arrivati gli agenti di polizia e l'hanno portato via in un luogo sconosciuto.

Altre fonti della diaspora tibetana riportano che il giovane è stato portato all'ospedale di Tsoe e le sue condizioni di salute sono molto gravi, con poche possibilità di sopravvivenza.

Le stesse fonti riferiscono che monaci di Bora e laici sono andati all'ospedale di Tsoe per vegliare il giovane, ma gli è stato impedito dagli agenti, con la situazione a Bora molto tesa, con le comunicazioni di tutti i tipi interrotte.

Quella di Kyab è la prima immolazione di questo mese di dicembre, dopo che lo scorso novembre ha registrato, con 28, un record negativo da quando, nel febbraio 2009, sono cominciate queste forme di proteste. Con l'immolazione di Kyab salgono a 77 questi atti dall"inizio dell'anno.

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