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Tunisia: situazione tranquilla dopo notte violenze

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 ottobre 2011 - 09:03
(Keystone-ATS)

Sembra essere tornata tranquilla la situazione nelle città tunisine travolte, la scorsa notte, da una ondata di violente proteste dopo la vicenda della cancellazione in sei circoscrizioni elettorali delle liste del partito Petition Populaire.

Gli incidenti sono partiti da Sidi Bouzid (dove è stata incendiata la locale sede del partito Ennandha, vincitore delle elezioni; saccheggiato il municipio e assediato il governatorato) per poi allargarsi anche ad altri centri vicini sempre per le stesse motivazioni. Strade sono state bloccate dai manifestanti a Sfax e Kasserine, disordini ci sono stati a Regueb, una motrice è stata incendiata nella stazione di Menzel Bouzayene.

Ad innescare la violenza nella notte non è stato l'esito del voto per l'Assemblea Costituente che ha consegnato la Tunisia al partito confessionale islamico Ennahdha, ma la decisione dell'Alta istanza per le elezioni (Isie) di cancellare le liste proposte da Petition Populaire in sei circoscrizioni, per la presenza di candidati un tempo inquadrati nel partito dell'ex presidente Ben Ali. Da Sidi Bouzid - la città da dove partì la rivolta che fece cadere il regime di Ben Ali - la protesta dopo la decisione dell'Isie è poi dilagata in altre città.

Alla notizia della decisione, seguita dall'annuncio che Petition Populaire è stata ritirata dall'Assemblea Costituente, a Sidi Bouzid si è scatenata la furia di migliaia di persone, in maggioranza giovani, che sono scese in strada assediando, con slogan e insulti, la locale sede del partito di Rached Gannouchi, per poi dargli l'assalto dandola alle fiamme. Di lì a poco la rabbia dei manifestanti ha avuto un altro bersaglio, il Municipio, assaltato e saccheggiato come nei giorni della "rivoluzione", quando queste azioni erano pratica quasi quotidiana in tutto il Paese. Nemmeno il governatorato è uscito indenne dalla furia dei manifestanti che hanno incendiato decine di pneumatici accatastati davanti all'ingresso principale del palazzo. La polizia è intervenuta, con un fitto lancio di candelotti lacrimogeni.

Sidi Bouzid è la città dove è nato Hachmi Hamdi, il miliardario leader di Petition Populaire, e dove, peraltro, Ennahdha ha conosciuto una sconfitta durissima, l'unica in tutte le 27 circoscrizioni. Petition Populaire ha infatti ottenuto 48'000 voti e tre seggi, lasciando Ennahdha sotto i 20'000 voti e con solo due seggi. Uno smacco per il partito confessionale che ieri, quando i dati erano cominciati ad arrivare dai seggi, aveva affidato al suo segretario, numero due e prossimo premier, Hammadi Djelabi un commento tagliente: chi ha votato per Hamdi è solo un ignorante. Parole arrivate come benzina sulla rabbia dei giovani di Sidi Bouzid che in Hamdi vedono uno di loro che si è realizzato partendo dal nulla.

La protesta per l'esclusione delle liste di Petition Populaire, scoppiata anche a Regueb, ha poi leggermente toccato Sfax, una delle città più importanti della Tunisia. Mentre migliaia di persone sono scese in piazza per protestare a Kasserine.

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