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UBS: Thomas Minder, no a discarico sarebbe mandato ad avviare cause

Questo contenuto è stato pubblicato il 13 aprile 2010 - 17:06
(Keystone-ATS)

BERNA - Se la maggioranza degli azionisti di UBS rifiuterà domani di concedere il discarico agli amministratori dell'era Ospel il voto sarà da interpretare come un mandato agli attuali vertici per avviare cause civili contro gli ex dirigenti. Lo sostiene l'imprenditore sciaffusano Thomas Minder, padre dell'iniziativa popolare contro le retribuzioni abusive, alla vigilia dell'assemblea generale in programma a Basilea.
Minder sarà presente alla riunione in rappresentanza di diversi piccoli azionisti ma - contrariamente a quanto avvenuto in precedenti assemblee - non prenderà la parola, ha fatto sapere sui media. Sebbene sia scontento anche degli attuali dirigenti, il proprietario della Trybol è contrario a cambiarli: nuovi consiglieri di amministrazioni - argomenta l'imprenditore - non sono migliori di quelli vecchi, e l'avvicendamento provoca solo costi milionari, a causa dei premi di entrata e d'uscita. Quello che serve attualmente alla banca è stabilità, aggiunge.
Secondo Minder l'importante è negare il discarico, lanciando in tal modo un forte appello a non mettere una pietra sul passato. Contro i passati dirigenti dovrà però agire la banca stessa: fra gli azionisti non si troverà infatti "un Winkelried" disposto ad assumersi i rischi processuali. Anche perché, nel caso di una vittoria a beneficiarne sarebbe alla fine la stessa banca, cui gli ex amministratori dovrebbero rimborsare i compensi ricevuti.

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