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UDC sul Grütli: scuse poco probabili da presidente Brunner

(Keystone-ATS) “Mi risulta difficile immaginare che l’UDC si scuserà per aver scelto come meta per una sua gita il praticello del Grütli”. Lo ha detto all’ATS la segretaria generale aggiunta dei democentristi Silvia Bär, sostenendo che tutti gli svizzeri hanno il diritto di visitare la “culla della Confederazione”.

La gita del 27 maggio dei democentristi sul mitico praticello, dove secondo la leggenda sono state poste le basi della Confederazione elvetica, non era passata inosservata. Appellandosi al regolamento che vieta l’uso del luogo per riunioni partitiche, la Società svizzera di utilità pubblica (SSUP) che amministra il Grütli dal 1860 aveva chiesto al presidente del partito Toni Brunner, per il tramite di un comunicato stampa, di scusarsi.

Da parte sua la Bär ha detto che l’UDC non ha ricevuto alcuna lettera da parte della SSUP. “Qualora ci dovesse pervenire una missiva, le leggeremmo senz’altro, ma non possono immaginarmi che il partito si scusi”, ha puntualizzato. In quanto svizzeri, anche i membri dell’UDC sono fieri del Grütli e “hanno il diritto di visitarlo”. “Non credo che il generale Guisan abbia avuto bisogno di un permesso per riunire i vertici dell’esercito nel 1940”, ha commentato sarcasticamente la Bär.

Il consigliere federale Ueli Maurer ha tentato di smorzare i toni della polemica, affermando oggi a radio DRS che la gita sul praticello di una settantina di quadri democentristi non può essere paragonata alla riunione di un partito. “È stata una breve visita seguita da una merenda, nulla di più”, ha spiegato. Al termine della gita, l’UDC aveva diramato una nota ribadendo ancora una volta il proprio “no” ad un’adesione all’Unione europea, “costrutto che contraddice l’essenza stessa del Grütli”.

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