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Campagna contro violenza e comportamenti aggressivi sui mezzi

Keystone-SDA

Priorità alla sicurezza dei passeggeri, come pure del personale dei trasporti pubblici. Questo l'obiettivo di una nuova versione della "Carta contro la violenza" siglata dal Sindacato del personale dei trasporti (SEV) e da numerose aziende di categoria.

(Keystone-ATS) Si tratta di creare un clima di rispetto reciproco sui trasporti pubblici, hanno annunciato il sindacato SEV e l’Unione dei trasporti pubblici (UTP) in una conferenza organizzata a Berna per celebrare il 25° anniversario della Carta, che è stata ora rinnovata.

“Il nostro obiettivo è un dialogo tra dipendenti, aziende, autorità di sicurezza e politici, affinché nessuno debba avere paura quando sale su un autobus, un battello, un tram o un treno”, ha dichiarato il presidente del SEV, Matthias Hartwich, davanti a 150 invitati. Il direttore di UTP, Ueli Stückelberger, ha spiegato a nome dei datori di lavoro che la violenza contro i dipendenti e i passeggeri è intollerabile.

Anche la violenza verbale va denunciata

Rispetto alla versione del 2000, la nuova Carta contro la violenza tiene conto del crescente numero di aggressioni registrate negli ultimi anni. Il numero di atti di violenza è aumentato, in particolare dopo la pandemia di Covid-19. La Carta include quindi nuovi obblighi.

Chiarisce il quadro giuridico, definisce più chiaramente la violenza e l’aggressione e chiede che anche la violenza verbale venga denunciata alla polizia. Inoltre, pone un’attenzione particolare alla violenza contro le donne. È prevista una verifica annuale dei progressi compiuti.

Guardando indietro alla Carta di 25 anni fa, i responsabili sono giunti alla conclusione che sono necessari ulteriori sforzi. Una pietra miliare – è stato spiegato – è stata l’introduzione di un articolo nella legge sul trasporto dei passeggeri, che dal 2007 sancisce che i reati contemplati dal codice penale siano perseguiti d’ufficio.

Non tutti i cantoni applicano ancora questa norma in modo uniforme. Per questo che SEV e UTP hanno inviato una lettera a tutte le 26 procure cantonali per chiedere un’azione penale coerente.

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