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Clima: Svizzera guadagna posti nella classifica mondiale

pannelli solari in alta montagna
La Confederazione è al 26esimo posto nella classifica mondiale. Keystone-SDA

La Svizzera ha guadagnato sette posti nell'indice di prestazioni sul cambiamento climatico, che valuta gli sforzi dei Paesi contro il surriscaldamento. Con la 26esima posizione, continua però a stagnare in classifica, denunciano WWF e Greenpeace.

(Keystone-ATS) Il “Climate Change Performance Index” (CCPI) 2026 è stato pubblicato oggi dall’organizzazione ambientale Germanwatch e dal New Climate Institute. Valuta 63 Paesi, così come l’Unione europea (UE), che rappresentano oltre il 90% delle emissioni mondiali dei gas a effetto serra. Vi hanno contribuito più di 450 esperti.

Il progresso della Svizzera in classifica si spiega principalmente con l’adozione della legge sull’energia, la revisione dell’NDC 2.0 (i piani climatici nazionali) e l’entrata in vigore della legge sul CO2, così come della legge sul clima, spiegano WWF Svizzera et Greenpeace.

Le organizzazioni ambientaliste denunciano però la stagnazione della Confederazione in questa classifica. Questo a causa delle compensazioni di carbonio all’estero, utilizzate al posto di una riduzione delle emissioni a livello nazionale.

A influire sono anche l’immobilismo o addirittura derive negative in ambiti come il consumo, i trasporti (in particolare l’aviazione), le finanze e l’agricoltura, proseguono WWF e Greenpeace.

Secondo il rapporto, il potenziale della Svizzera è sistematicamente sotto sfruttato in praticamente tutti i punti. Gli esperti del CCPI criticano fra l’altro l’assenza di prescrizioni conseguenti in molti ambiti, così come la mancanza di mezzi per la lotta contro livelli eccessivi di consumi.

Zero emissioni

“Oltre a gravi lacune in ambiti come i trasporti e le finanze, il problema principale sta nel fatto che il Consiglio federale mette in opera leggi senza convinzione”, ha detto Patrick Hofstetter, esperto nella protezione del clima presso WWF Svizzera, citato nella nota.

La Svizzera si è fissata come obiettivo di ridurre le proprie emissioni del 65% entro il 2035 e di arrivare alla neutralità carbonica dal 2050. “Per un Paese ricco con una responsabilità storica elevata, l’obiettivo è decisamente troppo modesto”, denunciano le organizzazioni, che chiedono le zero emissioni nette già dal 2035.

Malgrado nuove leggi l’applicazione resta troppo lenta e le misure decise risultano spesso insufficienti. Affinché la Svizzera contribuisca allo sforzo mondiale, deve creare strumenti efficaci e socialmente accettabili, in particolare nei settori già evocati come trasporti, finanza ma anche alimentazione, concludono le organizzazioni.

Danimarca in testa

Nella classifica mondiale, la Svizzera si piazza dietro alla media dei Paesi dell’Unione europea (20esimo posto). La Danimarca è il Paese più virtuoso, anche se si piazza al quarto posto. I primi tre posti non vengono infatti attribuiti, siccome gli sforzi sono giudicati globalmente insufficienti. Al quinto posto c’è poi il Regno Unito (+1 posto), seguito dal Marocco (+2 posti).

Con un balzo di 16 posti ciascuno, Pakistan e Romania sono i Paesi con i progressi più impressionanti, che li portano rispettivamente al 15esimo e 16esimo posto. Percorso opposto per l’Egitto, che perde 18 posizioni, arrivando 38esimo.

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