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Export svizzero scende pure nel terzo trimestre, non solo verso Usa

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Le esportazioni svizzere si sono contratte del 3,9% nel periodo luglio-settembre rispetto al trimestre precedente. Keystone-SDA

Dopo un secondo trimestre già debole, anche nella terza parte del 2025 il commercio estero svizzero ha continuato a registrare un calo, non solo verso gli Stati Uniti.

(Keystone-ATS) Nel periodo luglio-settembre – in confronto con i tre mesi precedenti – le esportazioni si sono contratte del 3,9%, scendendo a 66,5 miliardi franchi, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,6% a 56,3 miliardi.

Il terzo trimestre si è chiuso così con un’eccedenza di 10,2 miliardi, a fronte dei 12,6 miliardi del periodo aprile-giugno, emerge dai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (vale a dire corrette dell’effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -0,2% (export) e +1,8% (import).

Tutti settori dell’esportazione hanno mostrato un andamento poco dinamico. Quello di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) -7,2% (a 35,8 miliardi di franchi); seguono, molti staccati, le macchine e l’elettronica (-0,5% a 8,0 miliardi), l’orologeria (-3,7% a 6,3 miliardi), gli strumenti di precisione (invariati a 4,4 miliardi) e i metalli (+1,0% a 3,5 miliardi).

A livello geografico, il continente più importante per il Made in Switzerland rimane l’Europa (-4,6% a 39,1 miliardi), con un contributo significativo fornito da Germania (-1,1% a 10,8 miliardi), Slovenia (-20,3% a 5,6 miliardi) e Italia (+3,3% a 5,4 miliardi), che sono il secondo, il terzo e il quarto fra i principali sbocchi dell’export. In forte calo è il Nordamerica (-8,8% a 12,9 miliardi), con gli Stati Uniti (-8,2% a 11,7 miliardi, dopo il -32,9% del secondo trimestre, sulla scia dei dazi) che mantengono comunque il primato di paese più importante per le merci elvetiche. Fa un passo indietro anche l’Asia (-3,3% a 13,4 miliardi), con una flessione più forte in Cina (-16,8% a 3,4 miliardi), quinto mercato per le aziende della Confederazione.

Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (-2,7% a 19,1 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (-1,1% a 8,1 miliardi), veicoli (+4,0% a 5,2 miliardi), derrate alimentari (+3,5% a 3,7 miliardi), metalli (-0,8% a 3,7 miliardi), nonché tessili e abbigliamento (+2,5% a 3,0 miliardi). Riguardo alle regioni, in flessione sono l’Europa (-1,9% a 41,7 miliardi) e il Nordamerica (-6,9% a 3,2 miliardi), mentre l’Asia (+4,0% a 10,0 miliardi) mette a referto un aumento.

Per quanto riguarda il solo mese di settembre le esportazioni sono invece tornate ad aumentare: +3,4% (rispetto ad agosto) a 22,8 miliardi di franchi (+2,7% in termini reali); dopo il crollo in agosto l’export verso gli Usa è salito del 43%. Le importazioni in settembre sono progredite del 9,4% (+1,9% reale) a 19,9 miliardi. Il saldo è quindi positivo per 2,8 miliardi.

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