Saviano, in Francia sul narcotraffico situazione drammatica
"La Francia è in una situazione drammatica perché ha ignorato la questione del narcotraffico per trent'anni": lo dice Roberto Saviano, intervistato da Le Figaro, dopo l'agguato contro Mehdi Kessaci, il ventenne freddato in pieno giorno da due killer a Marsiglia.
(Keystone-ATS) Per Saviano, di passaggio a Parigi per la consegna del Prix Constantinople – un premio che ricompensa gli scrittori che operano per la pace – “sarebbe già un bene se si potesse dire che la Francia si sia svegliata. In realtà – aggiunge l’autore di Gomorra – non si sveglia ma comincia a intravedere nel sonno, la portata della minaccia. Il problema è che non c’è davvero una legge per fermare questo tipo di economia criminale. La Francia deve capire che si tratta di un problema mafioso e non di criminalità ordinaria. Deve smettere di pensare che sono problemi da italiani, maghrebini o albanesi”.
Il fenomeno mafioso in Francia è comparabile a quello italiano? “Sì, assolutamente – risponde Saviano -. Da diversi anni, le organizzazioni marsigliesi hanno caratteristiche simili a quelle delle mafie italiane. Ed è lo stesso per la mafia corsa”. Quanto alla creazione di una procura nazionale contro la criminalità organizzata in Francia, “è una buona cosa”.
Il 13 novembre scorso, Mehdi Kessaci, fratello minore del giovane attivista e militante ecologista francese Amine Kessaci – impegnato nella lotta al narcotraffico – è stato ucciso a colpi di pistola in pieno giorno da due persone in sella ad una motocicletta.
Dopo l’omicidio, c’è stata una forte reazione politica: il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato un incontro urgente con i ministri per discutere misure contro il traffico di droga che affligge il Paese.