Brucia foto di Khamenei e muore, scoppiano le proteste
Torna a fare rumore il malcontento dei giovani iraniani nei confronti del regime. La morte violenta di un ragazzo che aveva bruciato l'immagine della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, ha innescato proteste per i sospetti sul suo decesso.
(Keystone-ATS) Il giovane ventenne, Omid Sarlak, è stato trovato morto sabato scorso in un’auto nella città di Aligoudarz, nell’Iran occidentale. Aveva una ferita da arma da fuoco alla testa e tracce di polvere da sparo sulle mani. Per la polizia iraniana si è suicidato. Ma a far insospettire è il fatto che il ragazzo avesse da poco condiviso su Instagram un video in cui bruciava una foto di Khamenei, con in sottofondo un discorso dell’ultimo scià dell’Iran e didascalie che esortavano i giovani a ribellarsi.
A credere all’uccisione anche il Dipartimento di Stato americano, che nel suo account in lingua persiana su X, ha scritto che “la tempistica e le circostanze sospette che circondano l’incidente suggeriscono fortemente il coinvolgimento del regime”.
Il padre di Sarlak prima, in un video, ha denunciato: “Hanno ucciso il mio campione”. Poi però, in un’intervista ai media statali, ha chiesto alla gente di “non prestare attenzione a ciò che circola sui social media e di lasciare che le autorità giudiziarie si occupino della questione”. Una ritrattazione che, per gli oppositori di Teheran, è stata “forzata” dal regime.
I video del funerale di Sarlak hanno mostrato la folla che gridava “Morte al dittatore” e “Morte a Khamenei”, in quella che è stata delle più grandi manifestazioni pubbliche di rabbia antigovernativa degli ultimi mesi, scrive Iran International. Il giovane è diventato simbolo di sfida al regime e online si è scatenata un’ondata di video “Brucia il ritratto”. Un’indignazione collettiva che ricorda quella per la morte di Mahsa Jina Amini, la giovane arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo e poi morta in custodia della polizia nel 2022.
Tutto mentre la capitale dell’Iran affronta una crisi idrica senza precedenti. La siccità peggiore degli ultimi dieci anni ha costretto il governo a razionare l’acqua, con lo stop dell’erogazione notturna da mezzanotte alle 5 del mattino. Una situazione innescata da una drammatica mancanza di pioggia che ha portato ai minimi le riserve idriche, ma esacerbata da caldo, sistemi di condotte antiquati e dalla mancanza di una pianificazione del governo. Una situazione difficile al punto che se non pioverà entro fine anno, ha detto il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, “Teheran potrebbe dover essere evacuata”.