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Lavrov prova a ricucire, “pronto a incontrare Rubio”

Keystone-SDA

La Russia tende nuovamente la mano agli USA per una ripresa del negoziato. "Sono pronto a incontrare Marco Rubio", ha fatto sapere il ministro degli esteri Serghiei Lavrov, dopo il fallimentare colloquio che aveva fatto saltare il vertice Trump-Putin a Budapest.

(Keystone-ATS) La linea è sempre la stessa, Mosca è disposta a parlare soltanto con Washington, mentre l’Ue resta un nemico che vuole “rapinare” i russi utilizzando gli asset congelati per finanziare Kiev. E in attesa che la diplomazia batta un colpo, le bombe continuano a cadere in modo incessante sull’Ucraina. Alle prese con lunghi blackout programmati per riconnettere le reti energetiche danneggiate dai raid di sabato notte.

A complicare i piani di Kiev c’è anche lo shutdown negli USA: secondo Axios, 5 miliardi in armi americane destinate ai Paesi della Nato per il Paese sotto occupazione sono stati bloccati.

Lavrov è tornato a parlare ai media russi per il secondo giorno consecutivo, mettendo ancora una volta a tacere le voci che avesse perso i favori del Cremlino. In un’intervista a Ria Novosti, il ministro di Putin ha minimizzato la rottura dei contatti con il segretario di Stato Rubio, affermando che entrambi “comprendiamo la necessità di una comunicazione regolare”, per “promuovere l’agenda bilaterale” e per “discutere della questione ucraina”. Per questo, ha rimarcato, “comunichiamo telefonicamente e siamo pronti a tenere incontri di persona quando necessario”.

Lavrov non è tornato sulla telefonata del 20 ottobre con Rubio, in cui erano emerse profonde differenze di vedute sulla fine della guerra, ma si è limitato a spiegare che “ci sono elementi di disturbo nelle relazioni russo-americane ereditati dalla precedente amministrazione statunitense”, quindi “ci vorrà tempo per chiarire la situazione”. In compenso, con Trump “abbiamo percepito la volontà di riprendere il dialogo”, che ha portato a siglare “diversi accordi per migliorare il funzionamento delle missioni diplomatiche”, ha ricordato Lavrov: un messaggio al tycoon, che di recente si era mostrato possibilista su un nuovo incontro con Putin dopo il summit di Alaska.

Con l’Ue, al contrario, Mosca resta ai ferri corti. Lavrov ha accusato la Commissione di “cinismo” nell’interpretazione della Carta ONU e delle norme internazionali, “comprese le disposizioni sull’immunità sovrana e l’inviolabilità degli asset delle banche centrali”. “Azioni che “costituiscono un inganno e una rapina”, a cui la “Russia risponderà in modo appropriato”, è l’avvertimento a Bruxelles e alle cancellerie occidentali. In una fase in cui i 27 sono alle prese con complicate discussioni proprio per dare il via libera all’opzione asset.

In Ucraina intanto si contano i danni alle reti dell’energia. Gran parte delle regioni sono state costrette a interruzioni alle forniture elettriche, 8-16 ore, durante le riparazioni, dopo che gli attacchi russi (costati la vita a sette persone) hanno ridotto a “zero” la capacità di produzione, ha segnalato Ukrenergo. Centomila le persone al buio nella regione di Kharkiv. Colpite anche le sottostazioni che alimentano le centrali nucleari di Khmelnytskyi e Rivne, tanto che il ministro degli Esteri Andriy Sybiga ha accusato la Russia di “mettere deliberatamente a repentaglio la sicurezza nucleare in Europa”. Il capo dell’AIEA Rafael Grossi ha descritto la situazione come “estremamente precaria”.

Anche la Russia ha fatto i conti con i danni alle infrastrutture. Secondo le autorità di Kursk a Bryansk i raid ucraini hanno lasciato senza luce e gas oltre ventimila persone. Il ministero della Difesa ha riferito di aver abbattuto decine di droni nemici. I velivoli senza pilota russi sono poi tornati a colpire l’Ucraina anche domenica notte, sia sul fronte orientale che a sud, nella regione di Odessa. Sul terreno, le forze di occupazione hanno rivendicato la conquista di un villaggio a Zaporizhzhia.

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